Una legge sull’Albergo nautico diffuso.
La Sardegna è la prima regione italiana a regolare con una legge l’Albergo Nautico Diffuso, una forma di ricettività innovativa e al passo con le evoluzioni del mercato che chiede sempre più di vivere vacanze esperienziali sostenibili a contatto con la natura.
Si apre a Genova il Salone Nautico, evento di carattere internazionale che ogni anno attira decine di migliaia di visitatori, insieme ai più importanti player mondiali del settore. Un’occasione anche per far capire meglio agli operatori quanto possa essere efficace la soluzione dell’Albergo Nautico Diffuso. Sul tema, Confindustria Centro Nord Sardegna ha promosso uno speciale talk in streaming per fare il punto e anche per definire meglio le soluzioni di intervento da mettere a sistema. L’obiettivo è sollecitare l’approvazione di una normativa nazionale, ancora assente.
La legge regionale.
La legge regionale 13/2021 rappresenta una novità assoluta. “Non c’erano schemi o modelli di riferimento. Eppure il tema ha subito suscitato l’interesse di tutti i gruppi consiliari”, spiega Piero Maieli, consigliere regionale e primo firmatario della proposta di legge. In base alle norme approvate lo scorso giugno quindi l’attività turistica deve essere gestita in forma imprenditoriale e le unità da diporto possono essere concesse in uso ai clienti con contratti di locazione. Si tratta di un nuovo modo di concepire l’accoglienza. Diverse aziende nautiche associate a Confindustria Centro Nord Sardegna alcuni anni fa hanno iniziato a sollecitare una prima regolamentazione normativa di un fenomeno nuovo e da noi ancora poco o per nulla sviluppato. Di qui l’esigenza di promuovere e far conoscere a livello istituzionale una forma di fruizione del mare e delle coste davvero innovativa. In realtà, in altri paesi, dalla Grecia alla Turchia, l’albergo nautico è già una realtà consolidata. La Sardegna, con ben 1800 km di coste, può contare su appena 300 imbarcazioni. In Croazia invece sono oltre 6mila.
Oltre le appartenenze politiche.
“Non abbiamo guardato alle appartenenze politiche, a maggioranza od opposizione. Provengo da un territorio, il nord est della Sardegna, nel quale l’Albergo Nautico Diffuso è un tema sentito e già presente. Sono soddisfatto per la legge, che ora permetterà di sviluppare questa forma di ricettività in tutta l’isola. E spero che la Sardegna faccia da apripista nei confronti di altre regioni”, dichiara Giuseppe Meloni, consigliere regionale.
L’auspicio.
“La Federazione Italiana Vela non può che auspicare che anche altre regioni seguano la Sardegna. Si tratta di un turismo delle famiglie e prima della pandemia interessava soprattutto gli stranieri. Per via del Covid anche gli italiani si stanno avvicinando a questa forma di fruizione turistica, che permette di incentivare la cultura del mare e anche di proteggere l’ambiente”, dice Giuseppe D’Amico, vicepresidente Fiv.
Non il classico charter.
Non bisogna confondere l’Albergo Nautico Diffuso con il classico charter, nel quale si noleggia l’imbarcazione con l’equipaggio. Nell’Albergo Nautico invece la struttura aziendale rimane a terra, non ha equipaggi e si occupa di tutti i servizi tipici di una struttura ricettiva: promozione del territorio, accoglienza del cliente, assistenza 24 ore su 24, vendita di servizi turistici territoriali. Le unità sono allora delle camere di una residenza turistico alberghiera in quanto dotate di cucina e, a differenza del charter, non possono muoversi liberamente dove vogliono. Le aree di navigazione sono infatti limitate al tratto costiero di prossimità alla base di armamento. Qui devono avvenire gli imbarchi e gli sbarchi.
Una conquista.
“L’Albergo Nautico Diffuso è sicuramente per noi un’importante conquista e un ottimo successo – commenta il vicepresidente di Confindustria Centro Nord Sardegna, Giovanni Conoci –. È necessario chiarire bene che le attività venivano già svolte da alcune imprese soprattutto nell’area della Sardegna nord orientale, ma, mancando il riconoscimento giuridico, non le si riusciva ad inquadrare né a valorizzare adeguatamente, facendo sempre confusione con altre tipologie di attività”. L’Albergo Nautico può garantire effetti positivi sull’economia isolana ma anche una migliore tutela del territorio costiero. “Possiamo generare importanti flussi turistici di incoming grazie all’aumento dei posti letto. Tutto senza intaccare un solo metro quadro di territorio. E contestualmente togliamo pressione antropica dagli arenili, spesso già sovraffollati, per spostarla a bordo delle imbarcazioni”, aggiunge Conoci.
Uno strumento di rilancio.
“Il settore nautico da tempo aveva bisogno di un riconoscimento di questo tipo. La legge è la dimostrazione che quando si parla di buona politica non ci sono bandiere né schieramenti. Credo inoltre sia importante lavorare con le associazioni che rappresentano il settore nautico”, ricorda la viceministra Alessandra Todde. L’esempio sardo va allora esportato. «Il tema può essere rappresentato anche in altre regioni che hanno una vocazione di turismo nautico. La nostra nazione è fatta di coste e bellezze naturalistiche meravigliose. La fruizione che si può fare mettendo in sinergia nautica e servizi a terra può essere davvero uno strumento di rilancio“, conclude.
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