La maestra di origini sarde, Ilaria Salis, rischia 24 anni e si trova in condizioni di detenzione critiche.
Ilaria Salis si trova detenuta in Ungheria con la colpa di aver manifestato contro il governo di Orban, che sta diventando sempre più repressivo con chi manifesta idee antifasciste. La donna è in carcere da 11 mesi, in “condizioni disumane”, secondo il padre e la stessa attivista.
La donna, di origini sarde, si trovava a Budapest per schierarsi con i movimenti antifascisti, che avevano organizzato, nel febbraio 2023, una contromanifestazione per protestare contro alcuni gruppi di estrema destra da ogni parte d’Europa, che stavano commemorando “Il giorno dell’Onore, ovvero quando nel 1945 un battaglione nazista è entrato in città per impedire la presa di Budapest da parte dell’Armata Rossa.
La 39enne è accusata di far parte di un’associazione definita estremista e di aver aggredito alcuni simpatizzanti neonazisti. Accuse che nell’Ungheria di Orban valgono una pena fino a 24 anni di carcere. L’attivista vive in condizioni carcerarie critiche, incatenata ai polsi, alle caviglie e anche in tribunale a Budapest aveva una lunga catena al collo. Una detenzione considerata disumana e contro i diritti umani comunitari.
Dopo tanti mesi il governo italiano ha chiesto al governo ungherese di accordare a Ilaria Salis un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, includendo misure alternative alla detenzione in carcere. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha affermato di aver chiesto al ministro della Giustizia ungherese di valutare le condizioni di detenzione e di riferire quanto prima. Il governo italiano attende una risposta in merito.