Gli arresti della Guardia di Finanza in Sardegna.
È scattata oggi alle prime ore del mattino l’operazione “Warranty”, che ha consentito di disarticolare un gruppo organizzato attivo tra Sardegna, Piemonte, Lombardia e Lazio. Le operazioni sono state coordinate dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Asti, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, con il supporto anche dei finanzieri dei reparti territorialmente competenti.
Sono 10 le misure cautelari personali, di cui 8 in carcere e 2 ai domiciliari, con il sequestro preventivo di conti correnti, imbarcazioni di lusso, immobili e società. Il tutto in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Asti, allo stato delle emergenze investigative e fatte salve le successive valutazioni di merito.
Gli accertamenti dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria di Asti, che hanno collegato i movimenti anche in Sardegna, hanno permesso di disvelare l’inganno perpetrato attraverso l’utilizzo di società già esistenti e rilevate dagli attori della truffa e di altre da loro create per farne veicolo della frode. Si tratta di compagini non iscritte come cattivo pagatore nella Centrale rischi di intermediazione finanziaria, ma che sono state rese artificiosamente affidabili mediante l’utilizzo di bilanci artefatti, anche riciclando quelli redatti dalla precedente proprietà delle società acquisite in un momento in cui erano attive, in bonis, ma con dati economico-finanziari falsi, poiché riferiti ad un periodo di sostanziale inattività. Si è scoperto in sostanza che questi bilanci venivano regolarmente depositati presso la Camera di Commercio, mostrando in questo modo a terzi (banche, privati e pubbliche amministrazioni) una situazione florida, al fine di realizzare poi un inganno credibile; il tutto avvalendosi del rilascio di false fideiussioni, tutte apparentemente emesse da primario Istituto di Credito.
Le società veicolo della frode accertata dalla Guardia di Finanza astigiana sono state costituite/rilevate in prevalenza da soggetti presentatisi ai notai incaricati esibendo documenti di identità abilmente contraffatti, nonché in via secondaria con l’interposizione di presta-nomi nullatenenti. Oltre ai delitti di possesso e fabbricazione di documenti falsi e ricettazione di documenti risultati rubati, ai 14 indagati vengono contestati l’indebita percezione, mediante società inesistenti o comunque inattive depositando bilanci con dati inattendibili, di finanziamenti bancari per 375mila euro, fondo garanzia Covid 19, e la consumazione ai danni di privati con raggiro sia di fornitori ai quali è stata ordinata merce poi non pagata per un valore complessivo di 19.892.333 euro, sia di istituti di credito/finanziarie per finanziamenti ordinari per un importo pari a 1.850.000 euro.
Attraverso indagini finanziarie attivate dai militari della Guardia di Finanza di Asti oltre confine avvalendosi degli strumenti di cooperazione internazionale attivati per il tramite del Comando generale II Reparto è stato possibile rintracciare un flusso di denaro per circa 250 mila euro, risultato in base agli accertamenti dei finanzieri di Asti proveniente da delitto di truffa, trasferita prima nell’Est-Europa (Bulgaria, Slovacchia) e poi da lì in Svizzera, da dove è stata movimentata di nuovo in Italia tramite società elvetica riferibile ad uno degli indagati, cui è stato contestato il delitto di auto-riciclaggio aggravato dalla transnazionalità. Il vorticoso giro attraverso tre diversi Paesi Europei doveva consentire all’attore di poter ripulire il denaro e poi riacquistare la proprietà di un immobile di pregio in Brianza che gli era stato pignorato a seguito di procedura risarcitoria giudiziaria che lo aveva colpito per un precedente crac finanziario.
L’azione trasversale ad ampio raggio di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle piemontesi ha portato all’esecuzione di una incisiva operazione sia di repressione che di prevenzione di crimini in danno all’economia avendo altresì portato a tracciare anche il tentativo di riscattare mediante identità false una polizza assicurativa per un valore di 550mila euro intestata ad un cittadino italiano residente nel lodigiano. Uno dei soggetti colpito da misura cautelare di arresto in carcere è risultato peraltro percepire il reddito di cittadinanza che a seguito di tale provvedimento giudiziario però gli verrà sospeso come previsto dalla legge che regola il particolare beneficio sociale.