Il Green Pass obbligatorio, tutte le risposte ai dubbi e le domande più frequenti

L’obbligo del Green Pass.

Il governo ha deciso di estendere l’utilizzo del Green Pass ai lavoratori del settore pubblico e privato. Si accende il dibattito politico, ma in un clima di grande incertezza sono numerose anche le domande dei cittadini. Tra chi parla di un provvedimento universale, che mette sullo stesso piano i diversi settori, vediamo insieme alcuni dei quesiti.

Quando diventa obbligatorio e come faccio ad ottenerlo?

Il Green Pass esteso al settore pubblico e privato diventa obbligatorio a partire dal prossimo 15 ottobre. La certificazione verde si ottiene a 14 giorni dall’inoculazione della prima dose di vaccino. In alternativa si potrà ottenere con un tampone molecolare, valido 72 ore, oppure con un tampone antigenico, valido 48 ore.

Per chi diventa obbligatorio nel settore pubblico?

Sarà obbligatorio per tutto il personale della Pubblica amministrazione. In particolare verrà esteso ai lavoratori delle Regioni, Province e Comuni. Così come alle autorità amministrative indipendenti e gli enti pubblici di rilievo costituzionale.

Cosa succede per chi lavora nel privato?

Come detto, l’obbligo si estende a quanti svolgono attività di lavoro dipendente o autonomo nel settore privato, dunque nessuna differenza tra piccole, medie o grandi aziende. Tutti dovranno possedere la certificazione verde. Inclusi i lavoratori autonomi, le partite Iva, i collaboratori familiari e quanti svolgono servizi occasionali. Tra questi gli idraulici, gli elettricisti e le badanti. Inoltre servirà anche ai dipendenti dei locali quali ristoranti, bar, palestre e non solo ai clienti.

Se non possiedo il Green Pass e lavoro nel settore pubblico cosa rischio?

Chi si presenta a lavoro senza il Green Pass viene considerato assente ingiustificato. A decorrere dal quinto giorno di assenza, poi, il rapporto di lavoro viene sospeso fintanto che non verrà presentata la suddetta certificazione. In ogni caso non dovrà avvenire oltre il 31 dicembre 2021 e si escludono, al momento, conseguenze disciplinari garantendo il diritto alla conservazione del posto di lavoro.

Altresì i lavoratori senza certificazione verde, fin dal primo giorno, non hanno diritto allo stipendio, né ad altro compenso. Quanti verranno sorpresi senza Green Pass sul luogo di lavoro rischiano una multa che varia da 600 a 1.500 euro. Infine i lavoratori che non effettuano i controlli rischiano una sanzione da 400 fino a 1.000 euro

Quali sono i rischi di lavorare nel privato senza certificazione verde?

L’ultimo decreto stabilisce che “i lavoratori nel caso in cui comunichino di non essere in possesso della certificazione verde o qualora risultino privi della predetta certificazione al momento dell’accesso al luogo di lavoro sono sospesi dalla prestazione lavorativa, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Nei periodi di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato”, né più e né meno come nel pubblico. Dunque lo stipendio verrà sospeso fin da subito e il lavoratore che viola l’obbligo rischia un’ammenda che varia dai 600 ai 1.500 euro. Per i datori di lavoro che non controlleranno il Green Pass, invece, la multa oscilla dai 400 fino a 1.000 euro

Chi dovrebbe controllare?

Partendo dal presupposto che le verifiche sono necessarie, altrimenti si sfocerebbe nell’anarchia, i datori di lavoro sono tenuti a controllare il rispetto delle prescrizioni. Pertanto entro il 15 ottobre le verifiche si intensificheranno, anche a campione.

Non posso vaccinarmi, rischio ugualmente la multa?

Beh, certo che no. L’obbligo di Green Pass non si applica solo “ai soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del ministero della Salute“. Questo secondo quanto riportato nell’ultimo decreto.

Senza Green Pass posso lavorare in smart working?

Bella domanda. Attualmente il dibattito è in corso, ma è lapalissiano che per lavorare da remoto la certificazione verde non è richiesta. Il ministro della Pubblica amministrazione, tuttavia, ha spiegato che il pubblico impiego tornerà in presenza come modalità ordinaria di lavoro. 

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