Il caso della maestra sospesa per una preghiera fa ancora parlare.
Fa ancora polemiche il caso della maestra di una scuola di San Vero Milis, sospesa in seguito alle proteste di due mamme per una preghiera in classe e un lavoretto natalizio. A prendere le sue difese anche Marcello Orrù (Democrazia Cristiana), già consigliere regionale e vice presidente della commissione sanità nella XV legislatura. Il caso “deve creare un allarme nelle coscienze: con l’alibi della laicità della scuola si vuole nascondere un sentimento di “cristianofobia”, un vero e proprio attacco alla Chiesa Cattolica”, dice.
Il consigliere sardo ha espresso il suo disappunto sul grave caso della maestra Francescangeli, punita per aver recitato due preghiere con i ragazzi di una terza classe della scuola primaria e realizzato un braccialino/rosario da portare a casa in occasione delle festività natalizie. In queste ore si discute molto sull’operato della maestra, la quale oltre all’incarico di insegnante presso la scuola primaria di San Vero Milis ricopre un ruolo di responsabilità nell’Associazione Italiana Maestri Cattolici, e sulla punizione, la sospensione per 20 giorni dall’insegnamento e la decurtazione dello stipendio, comminatale a distanza di ben tre mesi dal fatto.
“I moltissimi attestati di stima pervenuti alla maestra non minimizzano la gravità dell’accaduto – dice Orrù – che assume i contorni di una pena simbolica, che seppure venisse sospesa o annullata, lascerebbe un segno indelebile, un monito a lei o a chi venisse dopo di lei, affinché ci si faccia portatori di una scuola priva di segni e simboli religiosi, trasformati in una minaccia alla razionalità e alla libertà individuale, una sorta di integralismo che vuole imporre una visione monolitica
della realtà, senza identità o radici storiche. La scuola, laica lo è dal 1984, quando con il Concordato tra Stato e Chiesa si sancì la non obbligatorietà dell’insegnamento della religione nelle scuole, ma solo in quanto la Repubblica italiana riconosce che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, per cui l’insegnamento della religione cattolica in Italia non è mai stato messo in discussione in quanto facente parte del nostro vissuto”.
“Questo concetto, lungi dall’essere compreso viene purtroppo travisato ed esasperato nel momento in cui si ordina l’asportazione dei crocefissi dalle aule scolastiche o si vieta la preghiera del Padre Nostro durante la benedizione di
un’opera pubblica”, aggiunge. Marcello Orrù non è nuovo a questa presa di posizione. Già nel 2015 egli fece udire
forte la sua voce di protesta quando ritenne di dover intervenire contro la decisione di una dirigente scolastica di Sassari che aveva rifiutato la visita nell’istituto scolastico del vescovo monsignor Atzei.
“L’intervento del Direttore Generale dell’USR, Francesco Feliziani – spiega – non chiarisce la vicenda, presentata oggi come un “atto dovuto” in seguito alle moltissime proteste sollevatesi da ogni parte d’Italia, ma che continua a manifestarsi come una subdola forma di “cristianofobia”, una sorta di guerra sotterranea contro la religione cattolica, combattuta con precisione scientifica ed espressione di una precisa volontà politica, che umilia tutta la Cristianità, a dimostrazione di ciò è evidente la posizione diametralmente opposta che la scuola assume quando dentro le aule si insinua la teoria del gender o quando si allestiscono aule scolastiche per consentire la preghiera dei ragazzi musulmani durante le ore di didattica, fatti che, a differenza di quanto accaduto alla Francescangeli, non danno mai adito ad alcuno scalpore negativo”.
”La Democrazia Cristiana – continua Orrù – è memore delle sue origini cattoliche ed afferma e promuove la libertà di culto, sottolineando l’importanza della solidarietà e della fraternità tra i popoli, indipendentemente dalla loro fede religiosa, promuovendo la formazione di una cultura politica che privilegia il dialogo e il confronto, cercando di evitare il conflitto e la violenza. Oggi la DC si sta ricostituendo per testimoniare l’esistenza, l’attualità e la forza di questi valori”.