Maestra sospesa per una preghiera, Solinas: “Non si può cancellare la nostra cultura”

maestra

Le parole di solidarietà del presidente della Regione alla maestra.

Il caso della maestra sospesa per una preghiera in una scuola di San Vero Milis ha fatto il giro dell’Italia e le polemiche non si sono placate. Un provvedimento preoccupante, che ha il sapore della censura se non addirittura della persecuzione religiosa. Intollerabile in una società inclusiva e rispettosa di ogni credo.

Il Presidente della Regione Christian Solinas manifesta la sua piena solidarietà alla Maestra Marisa Francescangeli, docente della scuola primaria di San Vero Milis, punita con un provvedimento di estrema severità per avere fatto recitare in classe agli alunni due preghiere prima delle vacanze natalizie. “Nessuna forzatura mi risulta sia stata fatta da parte della Maestra – dice il Presidente Solinas – nessuna opera di proselitismo religioso, nessuna coercizione. La Maestra ha insegnato ai suoi alunni una breve preghiera e un canto natalizio, tipica espressione della nostra cultura popolare, inneggiante alla pace e alla fratellanza”.

“Punire un docente per questo – prosegue il Presidente – o per avere confezionato in classe un rosario, anch’esso espressione di una devozione popolare rispettata perfino dalle altre religioni, è segno di una furia iconoclasta che non si concilia con il rispetto dovuto ai credenti, e soprattutto in un contesto nel quale nessun problema era sorto a riguardo: anzi – dice ancora il Presidente – il lavoro dei bambini era stato orientato ad un saggio scolastico apprezzato da tutti”.

“Manifesto alla Maestra Francescangeli la mia totale vicinanza e solidarietà, da uomo libero, e auspico che la Direzione Scolastica riveda immediatamente  l’ingiusta punizione, che oltre ad offendere il buon senso, rischia di rappresentare una pesante violazione dei vigenti accordi concordatari  tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana. Il pluralismo religioso e il multiculturalismo non si affermano certo cancellando o vietando la professione della fede cristiana, ma consentendo a ciascuno di esercitare liberamente il proprio culto”, ha concluso il Presidente Solinas.

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