Il premier Conte si è dimesso.
Con le dimissioni del premier Giuseppe Conte si apre una nuova fase della crisi di governo, in uno dei periodi più difficili e complicati per il Paese.
Nonostante qualche giorno fa il premier sia riuscito ad ottenere la fiducia delle Camere dopo lo strappo con leader di Italia Viva Matteo Renzi, la ricerca di parlamentari che possano sostenere il governo non ha portato i risultati sperati. A complicare le cose anche la votazione sulla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sulla quale la maggioranza andrebbe sotto.
Così il premier ha deciso di salire al Colle per ufficializzare le sue dimissioni al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Si apriranno quindi le consultazioni con i partiti politici, che potrebbero partire già da domani.
Dal risultato delle consultazioni si deciderà cosa fare: se ci sono i numeri il presidente potrebbe riassegnare l’incarico al premier per un Conte-ter, con un governo appoggiato da parlamentari “costruttori”. Se non si riuscirà a trovare un accordo l’incarico potrebbe essere affidato ad un cosidetto “esploratore”, una figura istituzionale con il compito di trovare una figura che possa trovare l’appoggio della maggioranza dei partiti. Una soluzione già utilizzata nel 2018 con Maria Elisabetta Casellati prima dell’accordo tra M5S e Lega e l’anno successivo con Carlo Cottarelli.
Tra costruttori e contrari i parlamentari di Sassari e della Gallura divisi sul Conte ter
L’appoggio al premier Conte è stato garantito anche da alcuni parlamentari eletti nel Nord Sardegna, tra Sassari la Gallura, a partire da quelli del Movimento 5 Stelle Nardo Marino, Mara Lapia e dal deputato del Partito Democratico, Gavino Manca. Contrario invece il senatore del Partito Sardo d’Azione, Carlo Doria.