Le tradizioni di Carnevale rivissute dagli anziani di Sassari.
Nella Rsa Sereni Orizzonti “Matida” di Sassari, un’iniziativa particolare ha dato voce ai ricordi degli anziani ospiti, creando un ponte tra presente e passato attraverso le celebrazioni di Sant’Antonio Abate e del Carnevale. Il progetto, che ha unito arte e memoria, ha permesso agli ospiti di condividere preziose testimonianze delle tradizioni popolari sarde.
Giovanna, 95 anni, ha rievocato con vivida memoria le celebrazioni di Sant’Antonio nel suo paese natale, dove il fuoco rituale veniva alimentato con le radici di lentisco, localmente note come “sa zumpa”. La sua testimonianza si è poi soffermata sulla “sapa”, il tradizionale vino cotto utilizzato per farcire il “Pistiddu”, la focaccia dedicata al Santo. Con particolare accuratezza, l’anziana ha ricordato come la sapa venisse preparata anche con i fichi d’India, i quali, una volta cotti, diventavano base per dolci tradizionali come il “pan di sapa”.
Particolarmente suggestivo il suo racconto sul Carnevale e sulle maschere tradizionali di Orotelli dette “Sos Thurpos” (i ciechi o gli storpi), figure della tradizione contadina che giravano di casa in casa per degustare i dolci tipici del periodo, in particolare le caratteristiche frittelle allungate preparate con un impasto di pane ammorbidito nel latte. Queste maschere indossano il “Su Gabbanu”, un cappotto di orbace nero con un grande cappuccio, da cui pende una cintura di pelle con campanelle di bronzo e campanacci.
Maria Giovanna, 50 anni, ha invece condiviso ricordi più recenti ma non meno significativi, legati all’emozione dell’abito nuovo indossato per il Carnevale e alle frittelle preparate dalla nonna, servite nella tradizionale “corbula”, un ampio cestino che nella cultura sarda riveste un ruolo importante sia nelle celebrazioni festive, come i matrimoni, sia nei momenti di lutto, quando viene utilizzato per portare caffè e biscotti ai parenti dei defunti.
I racconti, emersi spontaneamente durante le attività della Rsa Sereni Orizzonti, testimoniano la ricchezza del patrimonio culturale sardo e l’importanza della sua trasmissione attraverso le generazioni, mantenendo vive usanze e tradizioni che costituiscono l’identità più profonda di questa terra. “Questo scambio di ricordi è nato un po’ per caso – ci racconta l’animatrice della residenza Tiziana Manca -. Mentre coloravano dei disegni legati alla tradizione di Sant’Antonio, i nostri ospiti hanno iniziato a scambiarsi spontaneamente ricordi del loro passato legati al Santo, il quale sancisce l’inizio del periodo di Carnevale e delle maschere”.
“Le attività organizzate in struttura dagli animatori hanno un’importanza vitale – afferma il direttore generale di Sereni Orizzonti Mario Modolo – non solo permettono di portare avanti le tradizioni del paese, ma ci ricordano quanto gli anziani siano importanti nel tessuto sociale in cui viviamo”, conclude.