Un percorso storico per capire il ruolo dei rifiuti nell’arte.
Per il ciclo “Sabato al Ceas” il 7 settembre dalle 17 e 30 al Ceas Lago Baratz lo storico dell’arte Piero Giovanni Bertolotto durante l’incontro “Arte e scarto: quando gli artisti incontrano il rifiuto” spiegherà come, nei secoli, il materiale di scarto sia stato usato all’interno di opere d’arte.
L’esperto, attraverso un breve percorso storico, illustrerà artisti e opere rappresentative che, dai primi anni del Novecento sino ai nostri giorni, hanno usato o contengono materiali comunemente rifiuti, per impegnarli nella realizzazione di manufatti artistici. La materia “rifiutata” entra così a pieno diritto nel mondo dell’arte e anche oggetti del quotidiano e non esteticamente rilevanti assumono di fatto statuto artistico.
Dopo secoli di materiali preziosi, tecniche sofisticate e abilità manuali esibite nella ricerca di forme armoniose che imitassero la realtà o di composizione astratte che la negassero, emerge l’esigenza di liberare l’artista dalla tirannia del saper fare e mettere al centro l’idea, il saper pensare. A partire dalla seconda metà del XX secolo il mondo dell’arte ha cominciato a interessarsi a tutto ciò che, nella nascente società dei consumi, diventava rifiuto. Andy Warhol fu fra i primi a comprendere il potenziale espressivo degli scarti così come Arman, César, Burri, Pistoletto, Tàpies o Beuys. Nella maggior parte dei casi gli artisti non si sono limitati a un semplice uso estetico degli oggetti da scarto, ma ne hanno dato un’interpretazione metaforica della condizione dell’uomo contemporaneo. Il mondo dei rifiuti diventa speculare a quello delle merci, documento fedele delle nostre abitudini e del nostro stile di vita acquisendo nel contempo grande valore creativo.
Già i cubisti, Pablo Picasso e George Braque in testa, avevano introdotto nei loro dipinti pezzi di oggetti reali trasformandoli in collage; dopo di loro futuristi e dadaisti sperimenteranno materiali e tecniche diversi. Dopo le avanguardie storiche (Futurismo, Dadaismo, Surrealismo ecc.), nel secondo dopoguerra altri movimenti artistici come il Nouveau Realisme e il New Dada guarderanno ai rifiuti come a un materiale artistico da sperimentare: dalle vecchie carrozzerie di automobili compresse di César, ai tableaux-pièges, o quadri trappola, realizzati da Daniel Spoerri incollando su tavole di legno ogni singolo oggetto, inclusi gli avanzi, dei pasti consumati con gli amici: piatti, bicchieri, posate.