Cerimonia davanti alle massime autorità civili, politiche e religiose.
La polizia di Stato compie 170 anni. Stamattina le celebrazioni anche a Sassari nella questura di via Giovanni Palatucci davanti alle massime autorità politiche, civili e religiose della città e della provincia. A ripercorrere il tragitto del corpo di polizia, dalla fondazione nel 1852 fino ai giorni nostri, il questore Claudio Sanfilippo con un discorso incentrato sia sui risultati ottenuti che sulle nuove mission intraprese dalle forze dell’ordine. Con un’azione tesa “non solo alla sicurezza ma anche a forme più partecipative” dentro un contesto sociale aggravato dall’emergenza pandemica.
In particolare Sanfilippo si è soffermato sui “valori etici venuti meno”, riferendosi all’episodio di violenza di alcuni mesi fa tra due studentesse all’esterno dell’Istituto Alberghiero, e su come, citando il giudice Paolo Borsellino, “non c’è legalità senza cultura”. Massima attenzione verrà data “all’attività oscura della polizia”, ha dichiarato il questore, intendendo quella che previene il crimine, fondamentale anche se non dà in apparenza risultati subito evidenti. E che “sarebbe più efficace se si implementasse la videosorveglianza” perché “un luogo sicuro è un luogo attrattivo”.
Al termine del suo intervento, la prefetta di Sassari Paola Dessì ha consegnato gli encomi al personale della polizia distintosi per particolari atti di valore durante il servizio. All’esterno della questura erano presenti alcuni stand dedicati a settori specifici dove gli agenti spiegavano le loro competenze. Tra questi la scientifica con gli strumenti per la refertazione, la squadra sommozzatori con tute e bombole a circuito chiuso, gli operatori della polizia di frontiera che scovano documenti falsi e quelli della polizia stradale. Presente anche una scolaresca incantata da ogni “gadget” ma, in particolare, dal cane anti-esplosivo Sonny Black e dalla mostra di modellistica ferroviaria di Vincenzo Minutola.