Il recupero dell’ex colonia campestre.
Da terra di nessuno a oasi di verde. Questo il futuro possibile dell’ex colonia campestre a Sassari, nel quartiere Cappuccini, se il ministero accoglierà il progetto per la sua riqualificazione presentato dall’amministrazione Campus. Dopo il passaggio in giunta, l’esposizione in seconda e quarta commissione e, martedì, l’assenso a maggioranza del consiglio comunale, la partita da circa 16 milioni di euro coglie l’ultimo treno con destinazione Roma anticipando di un soffio la scadenza del 4 giugno del bando di rigenerazione urbana.
Un’opera fondamentale secondo l’assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Meazza che ha illustrato la pratica nell’aula consiliare e snocciolato le cifre richieste per l’insieme delle voci incardinate nel piano triennale delle opere pubbliche. Il capitolo di spesa più consistente è di 8 milioni e prevede l’ultimazione della nuova ala dell’ex scuola nonché la ristrutturazione della vecchia, e, di seguito, oltre 6 milioni, per il recupero dell’immobile che dà su via Zara, soggetto tra l’altro al vincolo della soprintendenza. 900mila euro per sistemare l’uliveto circostante e, infine, poco più di 500mila, da destinare al giardino di via Savoia e all’edificio dell’ex circoscrizione. Un intervento che potrebbe rimediare al “vulnus che ferisce l’intera città”, come osserva il sindaco, riferendosi allo stato di degrado che, tra vandalismo, occupazione abusiva degli edifici, discariche a cielo aperto, affligge da anni l’ex colonia campestre.
E dire che, nel marzo del 2014, il complesso ottocentesco sassarese, usciva da un restyling costato 271mila euro voluto dall’allora governance Ganau, con al centro degli interventi proprio alcune delle zone ora richiamate dalla guida civica della città. Sette quindi gli anni di progressivo abbandono dell’area, spesso finita nelle cronache in negativo della città. L’augurio è che il bando interministeriale, oltre all’Interno, il Mise e le Infrastrutture, accolga i progetti del Comune, anche se, lo nota sempre il primo cittadino, Sassari non mostra, per fortuna, quel degrado sociale e quei fenomeni di marginalizzazione contemplati per ottenere i contributi come da legge 160 del 2019. Tuttavia ci si conta per chiudere, per quanto riguarda l’incuria, una delle ferite della città, oltre a quelle, aperte da tanto, tra le altre, del Centro storico e dei quartieri di Latte Dolce e Santa Maria di Pisa.
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