Al Convitto Canopoleno di Sassari nasce il Giardino dei Giusti

Un ulivo per ricordare la Shoah.

Un ulivo, frutto di un ceppo secolare manterrà indelebile il ricordo della Shoah. Di chi l’ha subita, all’indomani dell’entrata in vigore delle leggi razziali, e di chi ha provato a resistere ai suoi effetti deflagranti.

Un ulivo piantato, nel grande giardino interno del Convitto Nazionale Canopoleno, insieme ai ragazzi, quelli che insieme al simbolo dell’ulivo trasmetteranno quel ricordo di uomini e donne, dei sette sardi che misero in gioco la loro stessa vita per salvare altre vite.

Così il Giardino dei giusti è nato anche a Sassari, grazie alla mozione della consigliera comunale Virginia Orunesu e alla collaborazione tra Il Canopoleno, il Polo Tecnico (dove è stato messo a dimora un altro ulivo), l’amministrazione comunale di Sassari e il Corpo Forestale dello Stato.

“E’ un momento di grande importanza per la nostra scuola – è intervenuto in apertura il rettore del Canopoleno, Stefano Manca – per consolidare le radici della memoria dando il giusto tributo al coraggio di chi si è opposto alle leggi razziali. Ma più importante è compiere questo passo insieme ai nostri ragazzi che comprendendo il passato guardano al futuro.”

I ragazzi coinvolti dalla loro docente, Annamaria Canneddu, tutti del Liceo Classico hanno letto alcuni passaggi e deposto una targa quale giusto tributo al coraggio di chi ha avuto la forza di dire no, nel momento senza dubbio più ricco di significato della cerimonia.

“La scuola rappresenta un momento di formazione e di conoscenza ma anche di memoria – ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Sassari, Antonello Sassu- ed è questo l’elemento fondamentale. Messaggi come questo devono essere raccolti e tenuti vivi dalle istituzioni scolastiche perché non si dimentichi la storia.”

Presenti all’incontro il presidente del Consiglio Comunale, Maurilio Murru, il consigliere comunale Giuseppe Deiana che si è prodigato nel percorso che portato, insieme alla consigliera Orunesu, al primo germoglio del Giardino dei Giusti. Insieme all’ispettore del Corpo Forestale dello Stato, Umberto Graziano, che, dopo aver ringraziato Forestas per il supporto, ha raccontato la storia di un ulivo che nasce da un ceppo gallurese con oltre quattrocento anni di storia.

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