ELEZIONI COMUNALI – La Sassari di Mariotti: “Una consulta di esperti per prendere decisioni”

Il rettore Gavino Mariotti parla della Sassari che ha in mente da candidato sindaco

Gavino Mariotti, rettore dell’Università di Sassari, è il candidato sindaco del centrodestra e racconta i suoi progetti per la città e il Nordovest. Dagli errori del passato alle speranze per il futuro, passando per la partita a Risiko per conquistare litorale e la nascita del nuovo ospedale. Ma anche di una nuova organizzazione della macchina politico-amministrativa.

Qual sarebbe la sua strategia per governare Sassari?

Creare un ufficio strategico, un organo che elabora il pensiero di crescita e come progettare una città. Il consiglio comunale è organo politico che vota la pratica, la Giunta è organo che mette a terra il progetto dopo la delibera del consiglio. Ma l’organo proponente, che mi disegna l’idea progettuale dell’intera città non esiste. In realtà l’ufficio c’è ma non viene sfruttato: è il gabinetto del sindaco. A quell’ufficio faccio produrre atti di progettualità degli investimenti, quindi serviranno bravi tecnici. Il gabinetto deve contenere una delegazione della maggioranza ma anche della minoranza e poi il territori: Confcommercio, Confindustria, Camera di Commercio, banche e tutte le categorie interessate dai vari progetti.

Un Consiglio comunale ombra?

Non vota, sarà un organo propositivo sulla base dell’opera. Una consulta, praticamente. Chiamerei il dipartimento di Architettura e i tecnici necessari in base al tema da affrontare.

Ecco, i temi: quali sono i suoi progetti per Sassari?

La ricollocazione della città e del ruolo della città. Perché non è più chiaro neanche questo. La città di Sassari che ruolo ha? Qualcuno me lo sa dire? È la città capoluogo di provincia. Quindi ha un ruolo trainante, principale, e la responsabilità di trainare un territorio. La prima questione è riappropriarsi, riproporsi, perché non siamo i capi ma siamo il capoluogo della provincia. Quindi con un obiettivo trainante rispetto a un territorio di un’area vasta. Se dovessi andare a fare il sindaco e occuparmi solo della città di Sassari, significherebbe non avere quel ruolo lì, significherebbe essere il sindaco di una città circondata dalle sue mura. Non l’ho mai fatto neanche per l’università questo, perché noi abbiamo una sede a Olbia, una sede a Nuoro, una sede a Oristano, una sede ad Alghero. Io credo che la città debba espandersi come ruolo guida di un territorio molto più vasto di quello che rappresenta e potremmo definire questo in una ottica del nord della Sardegna e la grande accordo sul tema di progettualità per il nord della Sardegna ci evita di creare, come dire, doppioni di attività, ci consente di diversificare le attività, ci consente anche di progettare, spendere i soldi pubblici in maniera efficace e efficiente per la popolazione che, a dire il vero, è anche poca perché come sappiamo tutti in Sardegna c’è una popolazione tale che ci può consentire di provvedere a tutta un’area geografica vasta.

Qui però si attacca il tema della città metropolitana e delle richieste di Olbia.

Qui si attacca il tema della città metropolitana che è stata bocciata dalla giunta Pigliaru ed è passata solo a Cagliari. Questo ci ha impedito in questi anni di presentarci in linea diretta all’attività progettuale sul Bruxelles perché non abbiamo diritti di legge e possiamo solo ottenere quello che la Regione o lo Stato ci danno volontariamente, sempre su bando, ma volontariamente e questa situazione ci fa capire di come Cagliari è volata negli anni. Io sono molto contento di questo, non ne sto facendo una questione di campanile, ne sto facendo una questione di verità. Cagliari è volata negli anni sotto il profilo dei finanziamenti, sotto il profilo dell’autorità procedurale, Sassari si è impallata perché ha dovuto comunque fare quei doppi passaggi che non sempre vanno a buon fine. Quindi io capisco anche gli amministratori sassaresi di questi anni che in alcuni casi o in taluni casi non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi che si erano prefissati. Bisogna far riacquisire a Sassari il ruolo guida con principi di condivisione e fattori di crescita per un territorio molto più vasto.

La Gallura rientra sempre sotto l’idea di una provincia unica?

La Gallura del nord, c’è un grande accordo di una persona che io stimo infinitamente, che è il sindaco di Olbia, che non ha bisogno di accordi o di chissà quali giochetti per far crescere la sua città che è cresciuta in maniera spaventosa ed esponenziale. La Gallura la collocherai idealmente sotto il profilo di una grande alleanza, non di una grande gestione. Ha una vocazione differente dalla nostra e non ha più bisogno di Sassari. Arzachena ha superato come numero di abitanti Tempio. Olbia non ha più case vendute, sviluppa sempre dal punto di vista architettonico la città, cresce anno per anno con pezzi nuovi.

Cin sono anche le vostre zone interne

Abbiamo un problema di zone interne. Che sono il Goceano e il confine è a Ozieri. Che è una città di 10mila abitanti che però ha un ospedale, un ippodromo, una vocazione agropastorale importantissima e quindi io proporrò nell’attività progettuale la Fiera del bestiame a Ozieri unica in Sardegna con un grande Ente fiera per il bestiame e il potenziamento dell’ippodromo al primo livello, cioè internazionale. La Sardegna è a vocazione equina. In tutti i suoi paesi, il cavallo dorme con noi, cioè abbiamo una vocazione sui cavalli. Crescendo l’ippodromo di Ozieri è ponendolo in un circuito internazionale, cresce anche l’ippodromo di Sassari che passa dal livello miserrimo almeno a ippodromo locale, cioè quello che è in oggi Ozieri. Quindi questa è la prima questione. Con questi due interventi noi, ovviamente condivisi con le amministrazioni locali. Abbiamo visto che sulle linee di finanziamento previste su Pnrr queste due cose sono possibili.

Su Sassari c’è tanto da fare.

Il programma su Sassari è sulle cose pratiche sicuramente un’attenzione particolare va al mondo dello sport. Va rifatto un nuovo palazzetto, abbiamo una squadra in Serie A di basket, ma è anche vero che le società minori non sanno dove praticare lo sport in questa città, quindi mancano le palestre. Ho fatto basket da piccolino e calcio pure, giocavo in serie C a 14 a basket e nella Torres ero ala sinistra. E poi lo sport per me è venuto in secondo piano. Ma lo sport aiuta anche le categorie superiori. Se io ho 20 società di basket che giocano è il parco macchine di acquisto per la Dinamo e lo stesso per il calcio.

La sicurezza in centro storico.

Un problema di sicurezza c’è il centro storico servono interventi significativi e in investimenti per cercare di attrarre gli imprenditori il più possibile è metterlo in sicurezza e abbellirlo. Dobbiamo fare solo interventi che abbelliscono, non squallidi o tampone. C’è un problema di attrattività anche nel centro, penso al centro commerciale via l’Italia, penso al centro commerciale via Roma, via Italia, i negozi sono sparsi.

Ha un’idea su come rendere più accessibile il centro?

Il piano traffico va completamente cambiato. È impensabile che via Italia sia in uscita, deve essere in entrata. È impensabile che non si scarichino dentro la città tutte quelle persone che arrivano dal circondario e quelle che vengono da fuori. Non possono essere scaricate via Padre Zirano, ma all’emiciclo. In modo che liberamente si muovano sul centro, ma avendocelo a ridosso. Dopo c’è un rapporto con le istituzioni dentro la città, con l’università, con le province, con i comuni, con gli uffici comunali. Riorganizzare, rimodulare da questo punto di vista anche gli interventi dell’amministrazione comunale e pubblica e poi il fortissimo rapporto che Confartigianato e Confcommercio, dei tavoli perenni. Non con i comitati di quartiere, anche con i comitati di quartiere, ma il nostro dovere è amministrare e portare proposte. Sull’aspetto decisionale io porterei una gamma di proposte ma tutti gli attori principali devono convergere in quel tavolo dove si studia la parte intellettuale del progetto, la parte decisionale del progetto. Non il progetto, quello lo fanno i professionisti.

E poi c’è il sogno di Platamona.

E poi c’è lo sbocco al mare della città. Avere una città di 120mila abitanti che oggi come sbocco al mare ha l’Argentiera che è diroccata, va presentato un progetto di ristrutturazione totale di quel sito bellissimo. Poi abbiamo Porto Ferro, dove vanno fatti degli investimenti. Abbiamo il lago di Baratz, dove vanno fatti degli investimenti perché va ripreso il concetto della vivibilità di quel sito. Poi c’è il grande tema dello sbocco al mare.

La sua partita a Risiko per conquistare il litorale…

Ho letto che alcuni miei colleghi candidati non sono d’accordo, ma io sono dell’avviso che i confini perimetrali del Comune di Sassari vadano ridisegnati, in assoluto accordo col Comune di Sorso con anche elementi di risarcimento. Sassari deve avere uno sbocco al mare più dignitoso. Va tracciato lo sviluppo della città in quella direzione. Perché altrimenti noi non abbiamo e leghiamo il mare con la città.

Lei vuole riportare i sassaresi nel centro e vuole portare Sassari sul mare. Ma avete un territorio molto vasto, con tante frazioni e periferie.

Ecco, la politica dell’agro è un argomento molto delicato e siccome non mi piace dire bugie o falsità, se ognuno si guarda il lavoro fatto dagli studiosi scopriamo che ci sarà uno spopolamento delle città importanti. Nuoro diventerà un villaggio fra 50 anni. Quindi possiamo immaginare cosa succede sull’agro. L’agro regge, non aumenta, ma regge solo se si fanno degli investimenti che portano anche lì la vita delle persone anche a tempo parziale. Per esempio a Tottubella si possono fare degli investimenti sportivi con campi di padel, calcetto e tennis. Poi ci sono i produttori di miele e lì bisogna investire. Bisogna agire area per area in base alle peculiarità.

Nella Nurra avanza anche la speculazione ambientale.

Il Comune non ha nessun potere di interdizione al progetto, salvo la salvaguardia dell’ambiente, la tutela su cui io farò la battaglia, ma da un punto di vista di apertura dell’attività non ci sarà niente da fare: hanno comprato i terreni e avuto le concessioni. L’unica cosa che posso fare è negoziare per la città dei vantaggi. Per esempio il costo dell’energia o investimenti sul territorio: mi rimetto apposta la parrocchia di Tottubella, mi rifanno due strade vicinali, mi fanno l’illuminazione in un punto.

Secondo lei Sassari ha bisogno di un nuovo ospedale?

Sassari ha bisogno di un nuovo ospedale. Perché Sassari non ha un ospedale, Alghero ha un ospedale. magari piccolo e insufficiente, ma Sassari ha un ospedale che è fatto di aggregazione di stabili e non è pensabile che si possa pretendere che funzioni, proprio in termini funzionali e strutturalmente, una somma di stabili. Tre stabili a destra, quattro a sinistra e non uniti, Sassari ha necessità del nuovo ospedale e io dal rettore ho partecipato alle conferenze di servizi convocate dall’ex assessore e dall’ex presidente, almeno si ero sette, ho dato subito l’assenso progettuale al nuovo ospedale perché è urgentissimo, è nodale per la nostra città e ho ottenuto anche la realizzazione del dipartimento di aria universitaria medica dentro l’ospedale.

Dove lo immagina il nuovo ospedale?

Dalle carte che io ho visto il nuovo ospedale ha necessità, così c’è stato detto, di circa 30 ettari. Quindi sono 30 ettari che devono ricadere, possibilmente, se non ci si vuole avventurare in espropri, in un’area pubblica, regionale, provinciale o comunale. È stata individuata l’aria dal presidente Solinas, che è quella che costeggia via Pascoli, il cavalcavia del Latte Dolce, sono 32 ettari, nulla a osta parte mia, da rettore. A patto che le aule didattiche di ricerca, gli studi per i professori, una piccola mensa per gli studenti fossero presenti e quindi nel finanziamento c’è anche tutta la realizzazione di tutte queste opere.

Non crede che il caso di Sassari sia diverso rispetto agli altri? Sono stati portati insieme i progetti di tutti i nuovi ospedali e tutti insieme sono stati bloccati.

Il primo progetto da finanziare era Sassari, ma è sotto gli occhi di tutti. Noi non abbiamo il Brotzu, il San Giovanni di Dio, il Policlinico. Noi abbiamo case messe assieme., storiche le prime due, le stecche bianche dietro, il Palazzo Clemente ancora dietro. La domanda da farsi è che cosa succederà quando si andrà via? . Al Santissima Annunziata possiamo fare una casa di riposo, un hospice, perché non ci sono case di riposo a Sassari, c’è un problema sugli anziani serissimo. Non si sa dove mettere gli anziani, proprio mancano le case di riposo.

E quelle che ci sono chiudono.

Esatto. Quindi ne apri una con l’Università:, metto geriatria lì all’ultimo piano, una piccola cardiologia e ci sono nove piani in una bellissima struttura che diventa una casa di riposo.

Il percorso di Sirio va allungato?

Se ha un senso raccogliere gli abitanti dalle periferie per la decongestione del traffico e portarli a Sassari, sì. Ma io sono sempre stato contrario a Sirio costruita dentro la città e fa il giretto che è patetico: è sempre vuoto. Sirio andava utilizzato nel raccogliere da tutta la periferia, Li Punti, Ottava, San Giovanni, Monte Bianchino, ma perfino anche dal circondario, Sorso, Sennori, Ossi, e portare dentro la città le persone, non farle girare dentro la città per due chilometri. Quindi Sirio va ripensato.

Che cosa ha fatto bene e che cosa ha fatto male il sindaco uscente Nanni Campus?

Non lo so, devo vedere la carta per parlare Io non so né cosa ha fatto bene, né cosa ha fatto male, né se ha fatto. So per esempio , per quanto visto sui giornali, che nella minoranza non mi pare che ci sia stata un’attività di proposte importante. Se io avessi fatto la minoranza avrei fatto proposte. Può darsi che ne abbiano fatte e non siano apparse perché magari i giornalisti si sono distratti. Per dare un giudizio vorrei vedere le carte, mentre un giudizio vero lo posso dare sul passato vedendo in che condizioni è la città.

Parla da rettore e da candidato sindaco, ma da cittadino di Sassari che giudizio ha?

Non voglio difendere il sindaco Campus, assolutamente, però voglio dire che quando amministri la cosa pubblica e vai a fare un’attività progettuale e hai rallentamenti, blocchi non raggiungi l’obiettivo . Certamente, se posso dire una cosa, la comunicazione è stata scadentissima. I cittadini, io non sono in condizione di sapere, dell’attività sia di una maggioranza di minoranza di come è stata amministrata la città. Di cosa sia successo dentro la città come scelte politiche strategiche che hanno raggiunto un obiettivo o che sono state segnalate, non è dato sapersi.

Questa carenza di informazioni l’ha riscontrata tra gli operatori del mercato.

Ho scoperto che gli operatori non conoscono il progetto, non gli è stato mai fatto vedere. Non sanno, in questo cantiere chiuso e quasi ultimato, come hanno diviso gli spazi, che criteri hanno usato e che servizi ci siano. È pazzesco. Quel progetto è 15 anni che sta viaggiando e non hanno mai saputo nulla.

È convinto di vincere?

Sì.

Primo turno o andando al ballottaggio?

Questo non lo so perché ho trovato una situazione difficile. Il centrodestra parte da uno svantaggio importante, in percentuale. Però non ho mai corso per perdere, ho sempre corso per vincere e ho sempre vinto. Quindi spero di mantenere la tradizione.

Quali sono gli altri candidati più pericolosi?

Penso il candidato del centrosinistra, ritengo.

Se andasse al ballottaggio si dovrebbe alleare con qualcuno.

Io mi alleo sui progetti, tutti li conoscono, sono aperto ovviamente a parlare con chiunque voglia condividerli. Guardi, quando mi sono candidato ho ottenuto un’autorizzazione tra virgolette di massima libertà. Sulla scelta degli uomini di governo, persone di qualità, sulla scelta del programma, programmi veri, programmi condivisi con tecnici, con persone che sanno quello che dicono e che fanno, strutturato in una maniera un po’ diversa dal solito. Ho chiesto di non utilizzare demagogia. Il mio programma dell’università quando son diventato rettore l’ho effettuato tutto, punto per punto. L’elettore deve avere la possibilità di verificare e scontrare quello che tu hai detto e hai fatto. E se non lo faccio, spiego anche perché non lo faccio però. Ottenendo questo da una maggioranza che ha dimostrato una grande serietà nei miei confronti, sono molto soddisfatto di questo. Quindi se si vincerà si governerà nella trasparenza, legalità, nella qualità e nella professionalità, ma veramente, perché il sindaco ha la carta bianca su questo.

L’idea che traspare dalle sue parole è che lei pensi a un governo quasi tecnico o di scopo. Però ha dietro tutti i partiti del centrodestra e ci saranno le rivendicazioni delle varie sigle.

Ovviamente l’idea che traspare è la seguente: se noi volessimo applicare un sistema di peso politico dei partiti e delle percentuali, io non ho nessun problema.

Quindi vuole usare il Cencelli?

Se c’è chi prende 100 voti e chi uno, hanno lo stesso peso? La meritocrazia la impongo nei nomi, la differenza è quella. Non è che il Cencelli sia una cosa distorta se tu la utilizzi mettendo chi vuoi. Il peso politico può essere una cosa legittima di forza politica, ma i nomi li devi concordare con me e la qualità dei nomi devi concordare con me. Perché altrimenti non può succedere il contrario. Se a lei spetta x pezzo per una sua forza che l’elettore gli da, qui c’è la democrazia da salvaguardare la democrazia è l’espressione di voto e l’espressione di voto è il peso che il tuo progetto politico ha rispetto al suo progetto politico.

Lei ha già in mente dei nomi di figure che potrebbero ricoprire quei ruoli?

No, assolutamente. Se i partiti mi segnaleranno nomi di profilo adeguato a risolvere i problemi che hanno, io non ho nessun problema. Assolutamente. Però dovranno portarmi dei nomi adeguati. Questo è sicuro.

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