ELEZIONI COMUNALI – Lucchi e i Civici: “Un progetto per Sassari, né di destra né di sinistra”

Nicola Lucchi vuole continuare il lavoro di Nanni Campus

L’avvocato Nicola Lucchi vuole diventare il prossimo sindaco di Sassari e continuare il lavoro dell’uscente Nanni Campus. Per cinque anni è stato al suo fianco nel progetto dei Civici e nella squadra di governo aveva la delega all’Urbanistica. Tema che gli è caro e tiene in grande considerazione per i suoi progetti della Sassari che verrà. Lucchi parla a ruota libera spaziando dal centro storico alla cultura, dalla sanità agli avversari, passando per i poteri forti.

Il movimento civico era un vestito su misura per Nanni Campus: riuscirà a mantenere quel bacino elettorale?

Il nostro progetto politico si propone a 360 gradi sulla città, proprio perché non abbiamo un’identità ideologica: né di destra né di sinistra. Noi pensiamo che per guidare una città, con fragilità e debolezze come Sassari quando l’abbiamo raccolta, deve esserci il buon senso di cittadini normali che decidono di impegnarsi nell’interesse collettivo di tutti. Il nostro bacino non ha colore, cioè noi ci rivolgiamo agli stessi cittadini, persone per bene, che hanno creduto cinque anni fa in noi. A cui crediamo di aver dato le adeguate risposte che speravano potessimo dare e speriamo di aver catalizzato l’attenzione sul nostro modo di governare.

Ha parlato di fragilità trovate, quali sono ancora presenti a Sassari?

Ci sono alcune che derivano dall’esterno, come nel 2020 c’è stata la fragilità della pandemia e quello era un evento ingovernabile. Per la prima volta ci siamo trovati a vivere in un modo che era assolutamente diverso, sottratti di diritti e libertà fondamentali. Il sindaco Campus ha gestito in modo eccezionale anche grazie all’esperienza professionale che aveva maturato in ambienti dove le pandemie esistevano, come Bangladesh e Africa, quindi lui conosceva già questi fenomeni e li sapeva dominare. Mai ci saremmo aspettati che capitasse a casa nostra. I parlamentari hanno fatto le loro leggi, ma alla fine in trincea c’erano i sindaci. Quel periodo ha inciso sulle fragilità del tessuto economico-sociale di Sassari. In città avevamo 3.000 beneficiari del reddito di cittadinanza, adesso con il Reis siamo riusciti a fronteggiarne 500. E i 2.500 come li gestiamo? Quali sono i fondi che ci dà lo Stato per affrontare anche le nuove povertà?

Grandi temi che non sono proprio di competenza di Palazzo Ducale…

Arrivo a Sassari, ragionando sul turismo e sulla cultura. Qua c’è una capienza di 2.500 posti letto, in un territorio che è uno dei più vasti d’Italia con più di 40 chilometri di costa. Noi abbiamo portato una variante sulle zona F turistiche, che porta questa capacità da 2.500 a 12mila. Significa che nell’attuale Puc dove erano previsti 40mila metri noi abbiamo programmato urbanisticamente per 700mila metri cubi. Se per la Cavalcata dovessero venire 5mila persone, qui non potrebbero dormire. Quello che noi abbiamo costruito in questo momento è proprio una variante che permetta di realizzare strutture alberghiere a Platamona e puntare sullo sviluppo turistico delle borgate e della città.

Ma li trovate gli imprenditori che vogliono investire qui?

Ma noi non dobbiamo trovare gli investitori, perché questo non è il compito dell’amministrazione. Noi facciamo una pianificazione. Gli alberghi dove li metto? Dietro quei 600 metri di Platamona nel rispetto del Ppr. E qui li ho messi. Non so di chi siano i terreni ma spero che chi non è in grado di farlo li venda a qualcuno che costruisca le proprie strutture alberghiere. Ma non seconde case.

Altre fragilità di Sassari di cui dovrà occuparsi la prossima amministrazione comunale?

Le fragilità sono tante, ma noi abbiamo ricostruito una macchina amministrativa che non esisteva. Nell’autunno del 2019 abbiamo investito un milione di euro in impianti software e computer. Perché noi non avevamo neanche un computer con il quale io potessi inserire una pennina usb o fare teleconferenze. Erano gli stessi computer che aveva comprato il sindaco Campus nel 2000. La fortuna è che quando è partito il Covid a marzo noi li avevamo già e ci siamo fatti trovare pronti a quell’emergenza.

L’opposizione sostiene che in questi cinque anni abbiate dato poche risposte alla città, che ne pensa?

Abbiamo pubblicato un libretto con tutte le cose fatte. Dati certi, cantieri e relativi finanziamenti. Se voi andate a vedere cosa c’era nel programma elettorale di Nanni Campus nel 2019, scoprirete che ne ha fatto dieci volte di più.

Esiste una soluzione ai problemi del centro storico?

Il centro storico è una parte debolissima della città. Molti lamentano problemi di sicurezza, ma ci sono in tutte le città e in genere vanno a localizzarsi nelle periferie. Il nostro centro storico ha assunto, nella concezione dei sassaresi, il ruolo di periferia. Abbandonata. Ma nessuna amministrazione nella storia della città di Sassari ha mai investito così tanto nel centro storico, con nuovi finanziamenti per più di 31 milioni di euro. Dal restauro del Turritania, testimonianza vivente dell’incapacità dell’amministrazione, il Padiglione Tavolara riaperto, l’ex mattatoio con l’Accademia delle belle arti riaperto, il Teatro Comunale dato in gestione all’Ente De Carolis che fa le opere in piazza. Perché il concerto di Capodanno non lo fanno solo a Vienna o Venezia, lo facciamo anche a Sassari, nel nostro piccolo.

Parlando di Capodanno viene in mente San Silvestro del 2022, non una pagina memorabile della storia di Sassari…

C’erano i balli.

Ma mancavano i ballerini.

Peggio per loro (ride, ndr.).

Gli investimenti di cui parla non hanno fermato l’emorragia: come riportare i sassaresi nel cuore di Sassari?

Sto registrando tra i cittadini una nuova attenzione e sensibilità. C’è stata anche una politica urbanistica di espansione verso altre zone. Questo ha favorito anche lo spopolamento del centro storico e quindi il subentro nei luoghi storici della città di extracomunitari. Poi di questi extracomunitari ce ne sono alcuni che fanno attività di cessione di sostanze stupefacenti. Però Sassari non è una città pericolosa, se noi guardiamo i numeri: quanti omicidi succedono all’anno a Sassari? Ci può essere una piccola microcriminalità e l’attività di spaccio, però non penso che esista nel mondo una città dove non c’è l’attività di spaccio. Adesso c’è il sentimento dei sassaresi di rioccupare questi spazi. Anche perché stanno vedendo tutto quello che noi stiamo facendo.

Che altro si può fare?

Una cosa importante è la revisione complessiva del Puc, perché poi è molto semplice indirizzare il cittadino e l’imprenditore a riqualificare l’esistente. Che è la prima cosa che dovremmo fare: il minore uso possibile del suolo. Sassari negli anni, se riguardiamo tutte le pianificazioni urbanistiche, è stata pianificata come una città da 500mila abitanti. I cittadini pagano tasse alte su interventi che non si potranno mai realizzare, a questo punto togliamo quella cubatura e ritorniamo sui parametri reali che in base ai dati Istat potrebbero essere 150mila.

La sua opinione su Campus è chiara, ma non ha fatto errori?

No. Se è errore fare 10 volte più quello che aveva scritto nel programma, vorrei farne il triplo dei suoi. Quello che lui ha realizzato in questi 5 anni, a parte gli scherzi, non penso che nessuno l’abbia mai fatto e nessuno riuscirebbe a farlo .

Quindi neanche lei.

Io farò altro, però è dura perché lui è stato insuperabile. Ci sono tante altre cose da fare, è un quadro anche più giovane quello che si proietta in questo impegno. Ma è più sulla vita della città, dell’uomo, del cittadino. Abbiamo intenzione di lanciare Sassari come Capitale della cultura, Per noi è fondamentale mettere a sistema un patrimonio culturale, identitario e artistico che va dai Gremi, Candelieri, Ente concerti, Accademia in belle arti. Un progetto che serve alla città, che serve alla Sardegna. Per me l’unico modello di sviluppo possibile per la città di Sassari è solo quello della cultura. Alghero ha una vocazione naturale, spontanea: c’è il mare, c’è il porto, c’è l’aeroporto, ci son le spiagge. E cosa devi fare, industria? No. Come hanno violentato il Golfo dell’Asinara con la chimica. Adesso vorrebbero continuare. Abbiamo già avviato una campagna contro la violenza sulle nostre agricolture con tutti quei pannelli fotovoltaici. Perché se io faccio il tratto Sassari-Stintino è una sterminata distesa di fotovoltaico, di pale eoliche, che rovinano anche uno dei posti più belli del mondo. Si può fare questa innovazione tecnologica, ma nelle zone già compromesse, vicino alle discariche, nelle parti interne.

Dicono che se lei vincerà, in realtà il sindaco ombra resterà Nanni Campus.

Lavoriamo insieme da 30 anni Ho fatto politica con con Cossiga, Giagu, Soddu e Segni, quella che era la vecchia Democrazia cristiana. Ma una persona che mi ha impressionato per la serietà, per l’impegno e per la severità, prima di tutto con se stesso e poi con gli altri e con il suo lavoro, è stata Nanni Campus. Ho avuto il migliore maestro possibile. Se dovessi essere eletto, dal giorno dopo saprei già cosa fare.

E avrebbe già in mente anche una squadra di governo?

No. La squadra no. A parte che metà saranno uomini e metà donne per legge. Ma devi comunque aspettare quello che è il risultato elettorale.

Ci sono il centrosinistra, il centrodestra e voi Civici. Sono probabilmente le forze più grandi in campo. Quale teme di più?

Chi mi conosce dice che non sembra stia affrontando una campagna elettorale, perché sono molto sereno. Questa volta, poi, sono sicuro del lavoro che abbiamo fatto perché è insuperabile. Poi ti puoi essere riconosciuto o non riconosciuto, ma io la politica la faccio per passione.

Una priorità che vorrebbe vedere realizzata per Sassari?

Tante, però in cima ci metterò la revisione del Puc. Un progetto di riqualificazione complessiva di tutta la città superare queste contrapposizioni tra quartieri e distanze, con qualcosa che leghi i vari quartieri e quindi non faccio sentire periferia Latte Dolce e che non faccia sentire neanche borgata Palmadula. Il trasporto pubblico ancora deve essere implementato e poi abbiamo ancora delle grandi scommesse aperte con l’Arst e con la Regione per quanto riguarda la metropolitana che deve arrivare per forza a Porto Torres e all’aeroporto. Un altro passo è chiudere il discorso di città Metropolitana, perché inutile avere un riconoscimento così, che non è né carne né pesce.

Non tutti i componenti dell’amministrazione uscente hanno accolto positivamente la sua investitura. Teme imboscate?

No, tutti quelli che ci sono attualmente in maggioranza, sono candidati con me. Dai consiglieri agli assessori.

E quelli che c’erano fino a un anno fa?

Quelli sono andati per altri percorsi. C’era qualcuno che ha fatto delle sue scelte diverse, non ha ritenuto sufficiente la vittoria al Totocalcio pensando che dovesse invece puntare sul Superenalotto. Diciamo che se fossi stato in loro quella scelta diversa l’avrei fatta molto prima e non egoisticamente all’ultimo.

Prima ha detto di non soffrire la tensione elettorale. Ma non ha detto se teme di più Mariotti o Mascia.

Io non temo nessuno di due, sono loro due che temono me. Sicuro.

E al ballottaggio chi ci va?

Io.

Con chi?

Se la vedono tra di loro. Non è un mio problema.

E lei con chi si apparenterà?

Non abbiamo cugini dalle altre parti, alle ultime elezioni non l’abbiamo mai fatto. Poi non so, tutto può succedere perché mai dire mai, la politica è l’arte del cambiamento. Bisogna vedere chi va al ballottaggio.

Con Mascia avete un rapporto di amicizia.

Siamo stati all’opposizione tutti e due prima che lui facesse una scelta diversa, per il Pd. Scelta che ho sempre rispettato e lui lo sa. Mentre i suoi ex colleghi Cinque stelle lo insultavano. Ho sempre difeso una scelta politica che era anche difficile, gli dicevo che era coraggioso.

Se al ballottaggio dovesse andare lei con Mariotti, quell’affinità potrebbe tornare utile al secondo turno.

La sinistra sceglierebbe me.

La Giunta regionale è di centrosinistra, a trazione sassarese, questo può tornare utile per l’amministrazione della città?

Il problema è un altro, perché è a trazione individuale. I sassaresi non sono mai riusciti a svolgere un ruolo campanilistico, come fanno i galluresi. Se vanno in quattro? prendono quattro strade diverse, non cercano neanche una strategia comune.

L’arrivo della Todde ha bloccato l’iter per i nuovi ospedali, compresi quelli di Sassari e Alghero. Crede che la città abbia bisogno di un ospedale nuovo?

Guardi, io dico la verità: di sanità non ne capisco niente. Anche se l’anno scorso son stato tre mesi in ospedale… Se dovessi pensare a un progetto serio penserei a togliere tutto quello che c’è in città e fare nuove strutture magari a Bancali, c’è un’area immensa che potrebbe servire gli abitanti di Alghero, Porto Torres, Stintino, Sorso, Sennori, ecc.

Quanti voti contate di prendere?

Noi sappiamo dalla forza che abbiamo su dati reali, perché i nostri sono tutti candidati che hanno un storico di voti. La scorsa volta avevamo 5 liste, questa volta ne abbiamo 6. Abbiamo anche alcuni notabili dalla politica che ci sostengono, alcuni espressamente ma molti non lo dicono. Dico che la mia speranza è quella di arrivare almeno vicino al risultato che aveva fatto Nanni Campus al primo turno l’altra volta, che aveva preso il 30% con 17.500 voti. Questa volta anche con una lista in più e con candidati veri, dal primo all’ultimo. L’altra volta il 50% di tutte le liste degli altri aveva candidati fasulli. Noi abbiamo dei dati che sono quelli. Abbiamo anche i dati delle Regionali, dove il centrodestra è andato bene anche con voti dei nostri. Ma il rettore può dare di più.

I poteri forti sono col rettore?

Non ci sono poteri forti a Sassari. I poteri forti reali sono a sinistra, non sono a destra. Il sistema economico della Sardegna è lì. Chi è che rappresenta il sistema economico della Sardegna? Il sistema bancario. Ma noi ci siamo abituati. Anche cinque anni fa era uguale, però alla fine il cittadino ci ha votato. Al primo turno eravamo sotto di 4 punti percentuali di duemila voti rispetto al candidato centrosinistra, al secondo turno lo abbiamo separato di 5mila voti.

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