Emergenza acqua a Sassari finita, ma non per tutti: la protesta della scuola di Caniga

A Caniga, borgata di Sassari, è mancata l’acqua per sei giorni.

E il sesto giorno l’acqua fu. Ma non per tutti. A Caniga l’emergenza idrica, un incubo per Sassari lungo tre giorni, persiste e lascia strascichi. “Siamo da sette giorni coi rubinetti a secco”, riferisce Alessandro, residente nella vicina frazione di Monti Di jescia. Stesso destino per gli altri rioni dell’agro come Maccia d’Agliastru, Valle Vilia, San Giorgio, il Prato. Agli abitanti Abbanoa assicura che “ci sta lavorando” ma non fa pronostici sul ritorno dell’oro bianco che, invece, da ieri sera ha ripreso a scorrere all’interno della borgata.

E il flusso, più o meno a singhiozzo, più o meno trasparente, ha permesso di far riaprire i cancelli delle scuole, chiuse da giovedì 11 marzo, per 200 bambini. Una vacanza forzata mal digerita dagli stessi piccoli e, a maggior ragione, dai genitori. “Nessuno mi pagherà i giorni che ho perso a lavoro”, accusa una madre, costretta a restare a casa per accudire i piccoli. E non è la sola. “Eravamo disperate. Abbiamo pensato di bloccare la strada coi bidoni, così magari qualcuno ci avrebbe ascoltato”, confessano altre due signore. E che ci sia stata una generale sordità alla situazione di Caniga pare evidente dall’assenza di risposte, a tutti i livelli, alle tante segnalazioni fatte, comprese quelle trasmesse via pec.

Protagonista, in quest’ultimo caso, Patrizia Mercuri, dirigente dell’istituto scolastico, che ha dovuto ricorrere, dopo il mutismo dell’amministrazione comunale sassarese, all’intervento gratuito di un privato per riparare l’autoclave della scuola: “L’ho autorizzato perché eravamo in emergenza”, spiega la Mercuri. La riserva idrica è però un sogno per gran parte dei residenti, che hanno faticato per recuperare il prezioso bene primario: “Ci sono tanti anziani, tra cui alcuni allettati, che, non avendo la forza per raggiungere l’autobotte – riferisce Anna Cherchi, presidente dell’associazione culturale San Domenico Caniga – si sono fatti portare l’acqua minerale in bottiglia spendendo un sacco di soldi.” E l’autobotte, peraltro, denunciano i residenti è rimasta soltanto due giorni. “Ci hanno abbandonato. Neanche fossimo nel medioevo”, commenta una delle tante vittime del lungo disservizio idrico.

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