L’Ersu di Sassari si difende.
Il direttore generale dell’Ersu di Sassari, Antonello Arghittu, fa il punto sulla polemica che, da giorni, interessano l’ente regionale allo Studio Universitario e gli stessi studenti. Un chiarimento a 360 gradi che fa luce sulla vicenda delle 2 studentesse residenti in via La Marmora, come quello della ragazza marocchina e la protesta che venerdì scorso è andata in scena in via Coppino.
“E’ stato detto che la struttura in via La Marmora, sarebbe stata chiusa e due studentesse cacciate. In realtà i fatti stanno diversamente. Nessuno è stato cacciato ed entrambe sono andate via volontariamente – ha esordito il dirigente -. Abbiamo tenuto aperti i locali dove erano presenti appena 8 persone. Eppure, dopo il primo DPCM, avremmo potuto chiudere tutto e mandare gli studenti a casa. Questo non lo abbiamo fatto per non lasciare nessuno in strada, soprattutto quanti vengono dall’estero e non hanno la famiglia nell’isola. Non capisco il motivo della polemica“.
Gli studenti alzano la voce, in piazza la protesta contro l’Ersu di Sassari.
Sul caso delle due studentesse residenti nella struttura di via La Marmora, negli ultimi giorni, si è riaccesa la polemica, e la versione iniziale è stata sconfessata da un’altra verità. Ovvero che le ragazze non sono state cacciate in quanto avevano trascorso la serata con amici. Ma, alle stesse, sarebbe stato proposto di abbandonare tale stabile per confluire in un altro dell’Ersu. Versione smentita da Arghittu, secondo la quale le universitarie sarebbero andate via volontariamente.
Il direttore generale, inoltre, ha smontato il caso mediatico che ha coinvolto una ragazza marocchina: “La giovane è uscita dalla struttura alle 23:20 di martedì e ha fatto rientro il giorno dopo a mezzogiorno. Inizialmente ha affermato di aver perso il bus. Eppure non risulta che a notte tarda gli autobus siano in viaggio. E’ falso, altresì, che la stessa non comprenda l’italiano. E’ arrivata nella struttura Ersu a settembre del 2018 e per poter essere ammessa ha dovuto sostenere l’esame di lingua italiana, così come lo fanno gli stessi italiani quando partono in Erasmus“.
Mensa, affitti e lezioni online: il grido d’allarme degli studenti universitari.
Arghittu, che certamente non le manda a dire, ha ribattuto colpo su colpo alle proposte avanzate dagli universitari specificando che il rimborso dei buoni mensa e la restituzione dell’affitto non è possibile. Sia perché i soldi sono della Regione e non loro. Ma, soprattutto, perché con l’eventuale resa, risulterebbero studenti in sede e conseguentemente perderebbero la borsa di studio.
L’ultimo affondo, infine, lo riserva alla protesta di venerdì scorso: “Sapevo della manifestazione, ma nessuno si è presentato a chiedermi un incontro. Hanno detto che gli abbiamo chiuso le finestre in faccia. Peccato, però, che dal luogo dove hanno manifestato non si vedessero visto che il mio ufficio si trova dalla parte opposta. Chiunque volesse conferire con me, può trovarmi ogni giorno in ufficio“.