L’accusa di truffa sentimentale a Sassari.
Una presunta truffa sentimentale ai danni di un ingegnere sessantenne di Sassari ha portato alla richiesta di condanna a due anni di reclusione e 200 euro di multa per una escort trentenne. Secondo l’accusa, la donna avrebbe approfittato dei sentimenti dell’uomo per ottenere da lui circa 120mila euro, sostenendo di essere gravemente malata e bisognosa di cure costose in Romania.
- LEGGI ANCHE: Ingegnere di Sassari denuncia la ex, non sapeva fosse una escort. Lei: “Era un cliente”.
L’accusa ricostruisce la presunta truffa sentimentale di Sassari.
La Procura ritiene che la donna abbia indotto l’ingegnere a effettuare ripetute donazioni, spacciandole per necessarie alle cure di tre tumori. Tra i regali ricevuti figurerebbero borse di lusso, profumi, biglietti aerei e persino una Mercedes, acquistata con il pretesto di spostarsi per le terapie. Il pubblico ministero ha esposto la sua richiesta di condanna davanti al giudice, che ha aggiornato il processo a giugno per la discussione della difesa e della parte civile.
Le versioni contrastanti
L’ingegnere ha dichiarato di aver conosciuto la donna al supermercato e di aver intrapreso con lei una relazione sentimentale, ignaro della sua attività di escort. Solo in un secondo momento, navigando su internet, avrebbe scoperto la sua presenza su un sito di incontri. Una volta compreso che il rapporto non era basato su un sentimento sincero, avrebbe interrotto la relazione e presentato denuncia.
L’imputata ha invece affermato che l’uomo era perfettamente consapevole della sua professione. Secondo la sua versione, si sarebbero conosciuti attraverso un sito di appuntamenti e, col tempo, avrebbero sviluppato un legame affettivo. La donna sostiene di non aver mai chiesto denaro direttamente e di aver realmente utilizzato parte di quei fondi per motivi di salute.
Il processo e le prossime udienze
Il procedimento giudiziario proseguirà nei prossimi mesi, con la difesa intenzionata a dimostrare che le somme di denaro ricevute erano donazioni spontanee e non frutto di un inganno. L’avvocato della parte civile ha invece ribadito che l’ingegnere sarebbe stato vittima di una manipolazione emotiva mirata esclusivamente all’ottenimento di denaro. L’udienza decisiva è fissata per giugno, quando il giudice ascolterà le arringhe finali prima della sentenza.