Le novità di quest’anno.
Trent’anni. Tre decenni di teatro in tutte le sue sfumature, tre decenni di palcoscenici pieni di storie, di musica, di corpi in movimento, di lacrime e di sorrisi, tra passato e futuro, qui e altrove. Il Festival “Etnia e Teatralità” è arrivato a cifra tonda, regalando ai tantissimi spettatori che l’hanno apprezzato in questi anni centinaia di esperienze uniche, in un cammino alla scoperta del teatro contemporaneo.
Nato nel 1989 da un’idea lungimirante dell’indimenticato ed indimenticabile Giampiero Cubeddu, al quale è dedicato, il Festival aveva e ha ancora oggi lo scopo di far conoscere le realtà più varie e qualificate del teatro, della musica e della danza, della Sardegna e internazionali, il cui filo conduttore è il recupero della propria cultura nell’ambito del movimento delle minoranze linguistiche. Cubeddu, allora regista e direttore artistico della Compagnia Teatro Sassari, fu ispirato dal processo di svecchiamento e totale rinnovamento del linguaggio teatrale che prese le mosse dall’opera drammaturgica di Luigi Pirandello che rivoluzionò il teatro italiano.
“Quando ideammo il Festival, nel 1989, avevamo appena preso in gestione l’allora Teatro Olimpia di Porto Torres (oggi Andrea Parodi) e fondato il Centro Permanente per la Diffusione del Teatro di Etnia. A quell’epoca era il primo teatro in Italia che si occupava di minoranze linguistiche ed etniche”, racconta Mario Lubino. “Avevamo intuito che era quella la direzione giusta da seguire, verso un rinnovamento del linguaggio teatrale che andasse oltre la cultura ufficiale, quella dell’accademia, per riscoprire la cultura madre e riappropriarsene. Una riappropriazione culturale ed identitaria non solo del teatro in quanto tale, ma anche della musica e della danza. Un filone alternativo che ha avuto enorme successo in questi anni, basti pensare ai nuovi linguaggi inventati da Pirandello, Eduardo, Sole, Scarpati solo per citarne alcuni”.
La tradizione che si reinventa, con un linguaggio teatrale che si rifà alla lingua madre ma che diventa universale: “Un filone alternativo a quello ufficiale, in direzione etnica”, aggiunge Lubino. “Il Festival quest’anno ha molta Sardegna, c’è tanta ispirazione alla nostra tradizione. Abbiamo scelto le realtà più qualificate del territorio il cui segno distintivo è proprio questo: il rinnovamento del linguaggio teatrale”.
Il Festival “Etnia e Teatralità” della Compagnia Teatro Sassari gode del patrocinio della Regione Sardegna, del Comune di Sassari e della Fondazione di Sardegna.
La nuova stagione conta nove date, più un appuntamento speciale fuori abbonamento che si terrà al Teatro Verdi, spalmati tra la fine del 2019 fino alla primavera del 2020. Si parte con due serate questo fine settimana, venerdì e domenica e si va avanti fino ad aprile inoltrato, sempre sul palco del Palazzo di Città di Sassari.
I prezzi dei biglietti sono rimasti invariati dall’anno scorso: € 10,00 intero e € 8,00 ridotto. È possibile fare un abbonamento per tutti i 9 spettacoli, e costa 63,00 euro. Per tutte le informazioni è possibile contattare la segreteria organizzativa, a Sassari in via Ardara 2, chiamare i numeri 079/200267 -349/1926011 – 336/817361 oppure via mail a teatrosassari@tiscali.it. Altre informazioni si possono trovare sul nostro sito internet o nella pagina Facebook della Compagnia Teatro Sassari.