Grande folla in centro a Sassari per “Su mortu mortu”, per i più, “Halloween”.
E’ stato un successo a Sassari il corteo finale della manifestazione “Su mortu, mortu“, che prende nome dall’antica festività sarda che per date e modalità di svolgimento ha una impressionante somiglianza con la ricorrenza di origini anglosassoni “Halloween“, divenuta il simbolo internazionale della globalizzazione e del consumismo.
Per qualcuno, la tradizione, che affonda le radici nei culti religiosi cristiani e pagani europei, sarebbe proprio di derivazione sarda, in quanto la “versione” sarda sarebbe più antica tra quelle recensite. “Su mortu, mortu” in Sardegna ha avuto nel tempo diverse denominazioni e varianti nei vari territori. Da “Is Animeddas” diffuso nel Campidano, a “Su moltu, moltu” in Gallura. Ieri a Sassari ha avuto un epilogo con il corteo per le vie del centro testimoniato dal video della nostra lettrice Sara Usai.
Il successo di pubblico e le critiche.
Tantissime persone hanno partecipato alla due giorni di manifestazioni. Per il corteo conclusivo dell’evento, una folla ha reso le stradine del centro quasi impraticabili. Non mancano, però, le critiche. Per molti la tradizione non sarebbe sassarese, già dal nome. Per altri, la tradizione sarebbe anche sassarese, ma si sarebbe chiamata “Li morthi, morthi”. E per questo, quando si parla di tradizioni, dato che la manifestazione – organizzata per rispettare la tradizione sarda, ma realizzata strizzando l’occhio ad Halloween -, si dovrebbe cominciare a “razzolare bene” già dai titoli, visto che il logudorese, per i più, starebbe scomparendo. Inoltre, le maschere e le modalità di svolgimento di “Is animeddas” sarebbero abbastanza diverse da quelle mostrate nelle due giornate sassaresi.
Critiche e polemiche a parte, pare che la festa dei morti, per assurdo, abbia ridato vita a un centro cittadino che, in quanto a vitalità e programmazione di eventi, appare ai sassaresi un po’ carente, per usare un eufemismo: per qualcuno sarebbe, appunto, “morto”.
