La gioia dei bar di Sassari per la riapertura.
Il ritorno alla zona gialla della Sardegna viene salutato positivamente dei baristi dell’isola. A Sassari, soprattutto in centro, si sono registrati timidi segnali di ripresa, che fanno ben sperare per un graduale ritorno alla normalità.
“Mi aspetto più responsabilità da parte dei cittadini e più controlli nelle strade da parte delle forze dell’ordine. Siamo ottimisti e ci aspettiamo il meglio, siamo sicuri che prima o poi arriverà“, commentano Marta ed Emiliano, titolari de La vie est belle in via Bellieni. “Considerando il periodo – proseguono -, è andata bene. Nelle settimane della zona arancione abbiamo tenuto chiuso e non abbiamo fatto asporto che non conveniva. Dopo la riapertura non sapevamo come sarebbe andata, ma tutto sommato abbiamo lavorato bene. Certo, se non ci fosse stata la pandemia avremmo lavorato di più. Abbiamo perso il 50% del fatturato, speriamo che la gente esca e venga a consumare“.
Vede il bicchiere mezzo pieno la titolare del Karcla Cafè, Stefania Polo. “La riapertura è stata positiva, ma per 15 giorni ho dovuto mettere la dipendente in cassintegrazione – esordisce la donna -. Parlano di ristori, ma è tutto un bluff. Ho ricevuto solo 1.000 euro a dicembre. Anche perché devo pagare la dipendente, l’affitto e le altre tasse. Al danno poi si aggiunge la beffa. Siamo stati multati perché all’esterno del bar vi erano 5 persone, di cui una appena arrivata per prenotare e altri 2 che stavano andando via“.
Decisamente polemici i titolari del Diamond di via Roma, uno dei locali maggiormente frequentati nel centro di Sassari, gestito da Emanuele Sini e Angelo Ruiu. “La riapertura è una finta perché l’economia è a pezzi. Il nostro settore negli ultimi 4 mesi è ostaggio dei Dpcm che servono per la tutela della salute pubblica. Ma alcuni fatti sono incomprensibili. Ci hanno chiusi ad ottobre per salvare il Natale, poi ci hanno chiusi a Natale per salvare gennaio. E poi a gennaio per salvare febbraio e siamo ancora così. In questo periodo abbiamo perso il 90% del fatturato“, commentano i titolari.
Un duro affondo, inoltre, viene indirizzato al primo cittadino, Nanni Campus. “E’ una follia vietare ai cittadini di consumare per strada, poiché in questo modo i cittadini non vengono. Invito il sindaco Campus a ripensarci – proseguono -. Anzi, ci sentiamo vicino a quanti chiedono l’apertura delle attività in orario non troppo distante dal coprifuoco. E’ assurdo che mentre noi chiudiamo la gente sta assembrata in via Roma o in piazza d’Italia“.