Inferno in cella per un detenuto di Bancali che aspetta un intervento
Ha tentato il suicidio e lo sciopero della fame: incubo in cella per un detenuto di Bancali che ha bisogno di operarsi. “Soffre dei dolori allucinanti e sono in costante aumento: non ce la fa più“. La moglie lancia un grido d’allarme perché quell’uomo che ha perso momentaneamente perché detenuto ha rischiato di non vederlo più. Ha una malformazione in testa che continua a crescere e degenerare. “Ce l’aveva già quando è entrato un anno fa, ma continua a crescere – spiega la donna -. Ha una malformazione vascolare della regione frontale in accrescimento e aspetta invano di essere operato”. I tempi di attesa sono diventati uno dei mali per la sanità in Sardegna e aspettare l’intervento durante la reclusione non può che accentuare il disagio.
“Questa malformazione preme sulle ossa del cranio e cresce di continuo, soffre dei dolori lancinanti accompagnati da gonfiori e sangue nell’occhio. Nei giorni scorsi era esasperato, non riusciva più a sopportare il dolore e si è impiccato – racconta -. Non un gesto dimostrativo, mio marito è vivo grazie all’intervento provvidenziale di una guardia. Lo ha visto in tempo e lo hanno salvato grazie alla rianimazione“. Ad accentuare la sofferenza c’è la costante illusione di essere operato. “Continuano a rimandare l’intervento, con ogni tipo di motivazione possibile: non c’è il medico, non c’è il posto, non c’è la scorta: una situazione intollerabile – conclude la donna -. Mio marito ha sbagliato in passato e ne sta pagando le conseguenze, ma qua non c’è il minimo rispetto per la salute e la dignità di un essere umano“.