Una giornata di sensibilizzazione sulla donazione di sangue.
Contribuire a creare una società più solidale e sensibile alla salute. La donazione di sangue può essere un’esperienza gratificante e utile per gli studenti, che possono contribuire a salvare vite e imparare di più sulla loro salute e sul mondo che li circonda. È stato questo il filo conduttore della conferenza che si è svolta nella giornata di ieri al liceo Spano di Sassari e che fa parte del progetto “A scuola con l’Avis”, un’iniziativa di sensibilizzazione sul tema della donazione del sangue, degli emocomponenti e delle cellule staminali ematopoietiche.
Un’aula magna gremita di studenti che hanno aderito con particolare partecipazione all’iniziativa organizzata dalla scuola insieme all’Avis, all’Admo (Associazione donatori di midollo osseo) e al Centro trasfusionale dell’Aou di Sassari.
“In Sardegna abbiamo il triste primato di malati di talassemia e nella nostra isola la carenza di sangue è una vera e propria emergenza”, ha dichiarato Mirella Baccoli dell’Avis.
L’isola è la regione del Mediterraneo con la più alta incidenza di portatori sani e malati di talassemia. Chi è affetto da questa patologia ha necessità di fare delle trasfusioni periodiche, mediamente ogni 15 giorni.
“Sono qui in rappresentanza di tutti i talassemici della Sardegna. Per noi trenta anni fa, non c’era scritta da nessuna parte la parola futuro. Eravamo considerati coloro che campano solo 10 anni. Si andava a scuola ma non c’erano prospettive future perché non c’era la sicurezza di poter sopravvivere”, ha affermato Piera Pinna, volontaria dell’Avis e affetta da talassemia.
I talassemici in Sardegna sono circa 1500 e quello di Piera è un appello accorato rivolto agli studenti. “Chi dona fa un gesto nobile e importante e salva tante vite. Ritrovarmi oggi a 56 anni, che non sono pochi per una talassemica, – ha sottolineato Piera – è un traguardo enorme e questo traguardo è stato raggiunto grazie ai donatori che mi hanno regalato un futuro“.
In Sardegna c’è un fabbisogno di 110 mila unità di sangue ma si riesce a raccogliere solamente 80 mila sacche. C’è quindi un deficit di 30 mila unità e questi occorre richiederli ad altre regioni che hanno delle eccedenze.
“Raggiungere l’autosufficienza non è un’utopia e noi ci possiamo riuscire se collaboriamo tutti. Donare il sangue è una grossa opportunità – ha esordito il dottor Pietro Manca, direttore del Centro trasfusionale dell’Aou di Sassari – Donare il sangue è un atto meritevole, gratuito, volontario e anonimo. Oggi si può nascere con la talassemia ma rispetto al passato ci sono delle opportunità terapeutiche che consentono al talassemico di avere una vita lunga e una qualità di vita buona con le terapie che noi possiamo dare se ci sono i donatori”.
Il sangue e gli emocomponenti sono prodotti che non si possono produrre artificialmente ed è questo il motivo fondamentale per cui è molto importante donare.
“Ci sono delle statistiche che dicono che tra i 18 e i 35 anni c’è un calo di donazioni. Bisogna cambiare questa tendenza e voi potete aiutare a farlo. – ha sottolineato il dottor Manca.- Tutto ciò si può fare se c’è la materia prima e la materia prima siete voi”.
Per donare il sangue occorre avere 18 anni, un peso di almeno 50 kg e avere i valori dell’emoglobina normali. In seguito alla visita, il medico valuterà l’idoneità alla donazione. I ragazzi possono donare 4 volte l’anno a distanza di 90 giorni da una donazione e l’altra, mentre le ragazze possono donare il sangue due volte l’anno, ogni sei mesi.
In seguito è intervenuta Viviana Cotza, dirigente medico del servizio trasfusionale e presidente dell’Admo (Associazione donatori di midollo osseo) che ha parlato della donazione delle cellule staminali e dell’importanza di iscriversi al registro dei donatori di midollo osseo (IBMDR).
“Lo scopo di questo incontro è quello di sensibilizzare voi ragazze e ragazzi a una donazione importante che è quella della donazione delle cellule staminali o emopoietiche. Affinchè un paziente possa ricevere le cellule staminali è necessario trovare un donatore compatibile e la compatibilità è cosa molto rara”, ha spiegato la dottoressa Cotza
Ogni anno in Italia circa 1400 bambini e 800 adolescenti hanno una diagnosi di tumore. I più frequenti in queste fasce di età sono i tumori del sangue: le leucemie e i linfomi.
“Le cure per questi bambini e adolescenti spesso sono devastanti (come la chemioterapia) e sconvolgono la quotidianità. – ha proseguito la presidente dell’Admo – Molti di loro guariscono perché hanno un dono speciale che è quello delle cellule staminali che si trovano nel midollo osseo”.
La prima ricerca di un donatore compatibile si fa all’interno della cerchia familiare ma purtroppo solo il 25% di fratelli o sorelle sono compatibili. Il 70 per cento dei malati deve sperare di trovare un donatore esterno compatibile. In Italia su 2000 pazienti che sono in lista per un trapianto di cellule staminali solo meno della metà riescono a trovare un donatore compatibile. Solo una persona su 100 mila è compatibile. Si possono iscrivere al registro tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni e si rimane iscritti al registro fino al compimento dei 55 anni.
La parte conclusiva della conferenza è stata dedicata ai ragazzi che hanno mostrato molto interesse e curiosità. Diverse le domande rivolte ai medici intervenuti all’incontro.
“Il fratello di mio padre è talassemico e io sono microcitemico. Posso donare le mie cellule staminali?”, ha chiesto un ragazzo frequentante la quinta. “Io ho un tatuaggio e un piercing, posso donare?”, ha chiesto un altro studente. E altri ancora: “Perché il midollo osseo si può donare una sola volta?”, “Un fabico può donare?”.
“La legge prevede che la donazione di cellule staminali si può fare una sola volta nella vita”, ha risposto la dottoressa Cotza. “Se si è portatori sani di talassemia si può donare sia il sangue che le cellule staminali, non c’è nessuna controindicazione. Una persona fabica può donare tranquillamente. Chi ha fatto un tatuaggio o un piercing deve aspettare 4 mesi per poter donare”, ha risposto il dottor Manca.
Un incontro molto partecipato in cui gli insegnanti hanno comunicato che quaranta studenti si sono prenotati per la giornata di raccolta prevista per lunedì 6 febbraio.
“Occorre seminare la cultura della donazione e occorre fiducia nei giovani perché non è vero che i giovani sono lontani da questi problemi. La vostra viva partecipazione di oggi lo dimostra. Tra di voi ci sono già diverse persone che si sono prenotate per la donazione. Stiamo seminando su un terreno fertile e io di questo vi ringrazio”, ha concluso il direttore del Centro trasfusionale.