Alla mensa universitaria si mangia solo su prenotazione con i tempi ridotti al minimo

La riorganizzazione della mensa di Sassari.

L’emergenza sanitaria ha posto anche l’ERSU di Sassari nelle condizioni di dover far fronte a diverse problematiche, dalla gestione degli alloggi fino a quella, più delicata, della ristorazione. La riapertura della mensa universitaria ha implicato, naturalmente, la stesura di un protocollo che possa permettere agli studenti di usufruire del servizio in sicurezza. Per poter usufruire dei pasti è dunque necessario prenotare nelle ore precedenti.

Entro le nove del mattino lo studente, tramite un’area apposita del sito dell’ente prenota il proprio turno scegliendo tra le tre fasce orarie disponibili: dalle 12 alle 12:30, dalle 13 alle 13:30 e dalle 14 alle 14:30. Entro le 15 deve fare altrettanto per la cena, con tre turni disponibili dalle 19 alle 19:30, dalle 20 alle 20:30 e dalle 21 alle 21:30. La capienza massima di persone, in tutti e tre i turni, sarà di 150.

Allo studente, al quale è richiesta la massima puntualità, viene misurata la temperatura tramite termoscanner all’ingresso della struttura. Se la temperatura è inferiore a 37,5 gradi, può entrare, sostando sopra appositi bollini posti sul pavimento per mantenere le distanze dagli altri. Una prima igienizzazione viene effettuata prima di arrivare alle scale che portano alla cabina dove si esibisce la tessera che scalerà il pasto.

Successivamente, attende il proprio turno seguendo il percorso che i bollini e le frecce poste per terra gli indicheranno. Segue una seconda igienizzazione delle mani, prima di arrivare a scegliere il proprio pasto. Non si può più prendere autonomamente il vassoio con le tovagliette, le posate e la frutta, ma viene consegnato il tutto da un addetto.

Si procede poi alla scelta delle pietanze come da norma. Finita la scelta, raggiunge la sala dove un altro addetto gli indicherà il tavolo dove va a consumare il pasto, nel quale sono posti altri bollini che indicano dove può sedersi e dove no (il metro di distanza è in questo modo garantito). Lo studente ha il tempo minimo necessario per consumare il pasto e quando ha finito non deve più riporre il vassoio nel nastro trasportatore, ma dovrà lasciarlo nel tavolo per permettere all’addetto della sala di portarlo via e procedere all’igienizzazione del tavolo e delle sedie.

Una procedura, questa, che indubbiamente riduce il numero di studenti che possono beneficiare del servizio di ristorazione, ma che si è resa necessaria per scongiurare il pericolo di chiusura della struttura stessa, che avrebbe comportato maggiori disagi.

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