Sangiuliano a gennaio era Sassari.
Il caso Boccia ha travolto l’ormai ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che si è dimesso oggi, il 6 settembre, a causa della pressione mediatica. Soltanto il 10 gennaio scorso, l’allora ministro era arrivato a Sassari e qui aveva ricevuto il plauso della deputata Barbara Polo, che nel suo profilo ufficiale scriveva: “La sua presenza ha generato entusiasmo e prospettive, perché la sua visione di cultura non è elitaria ma assolutamente di apertura e diffusione. Il suo lavoro è costantemente supportato dalla convinzione che la cultura debba essere territoriale e arrivare il più possibile alla portata di tutti. In ogni passaggio istituzionale e non, è riuscito a creare spunti di lavoro e progettualità. Il suo lavoro, fatto in questo primo anno di Governo è stato a dir poco straordinario e i risultati non si sono fatti attendere. Grazie Ministro perché la sua presenza nel nostro territorio diventerà un volano per nuove iniziative”.
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L’ex ministro, lo scorso gennaio, era a Sassari, dove ha incontrato gli studenti del progetto La Nuova@Scuola, tenutosi presso la sede del quotidiano La Nuova Sardegna a Sassari, in cui sono stati toccati vari temi di cultura e politica, dove aveva affrontato la possibilità di valorizzare la casa natale di Berlinguer a Sassari.
L’ironia ad Alghero sul caso Boccia.
Il caso Boccia ha generato una serie di post e tweet ironici sull’ora ex ministro alla Cultura. Anche l’olio di Alghero, che porta l’etichetta San Giuliano, ha ironizzato sul suo brand facendo leva sullo scandalo politico, sullo stile dell’agenzia funebre Taffo. “Sangiuliano e la sua Boccia (nessun imbarazzo)”, è apparso in un post della pagina ufficiale dell’azienda.
Il caso Boccia.
La vicenda ruota attorno a Maria Rosaria Boccia, una sua collaboratrice la cui nomina ha sollevato critiche per la sua inadeguata qualificazione. Inoltre, Sangiuliano ha lamentato un clima di odio nei suoi confronti da parte di alcuni settori politici e mediatici, dichiarando che il suo lavoro non poteva essere macchiato da pettegolezzi. Nonostante le sue dimissioni iniziali fossero state respinte dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, alla fine la sua decisione è stata accettata, con Alessandro Giuli nominato come suo successore.