Allestita un’aula speciale.
Restare fuori dalla porta senza poter seguire la lezione solo perché si è madri in allattamento, nel 2019, non è accettabile. Se poi si tratta di un corso di specializzazione per docenti in cui si insegnano materie come pedagogia, didattica, psicologia, neuropsichiatria infantile, l’Ateneo ha doppiamente il dovere di accogliere e di garantire il diritto alla formazione di tutti, nessuno e nessuna esclusa.
Per questo la direzione del Corso di formazione per Insegnanti di sostegno dell’Università di Sassari, con la piena collaborazione dei vertici del Dipartimento di Storia, scienze dell’uomo e della formazione, ha accolto senza la minima esitazione la richiesta di tre corsiste molto particolari: tre madri di altrettanti lattanti talmente piccoli, da richiedere la presenza costante della figura di riferimento, la mamma.
“Abbiamo messo a disposizione delle allieve che hanno espresso questa necessità un’aula adiacente a quella in cui si tiene il corso – spiega il direttore del corso professor Filippo Dettori – E’ uno spazio semplice ma molto ampio. Ci sono dei banchi e delle sedie, ma soprattutto è presente un altoparlante che diffonde le parole dei docenti che tengono le lezioni. Le mamme possono ascoltare, consultare materiali, prendere appunti mentre sentono la lezione e quando è necessario possono dedicarsi alla cura dei figli”.
Partito il 1° luglio con la bellezza di 150 iscritti, il Corso per insegnanti di sostegno attivato dall’Ateneo di Sassari per dare risposta a un’esigenza pressante del territorio è un percorso estremamente intensivo, che va avanti dalle 8 e 30 alle 19 con una breve pausa pranzo. Non solo: la frequenza è obbligatoria, e molte persone raggiungono appositamente ogni giorno l’edificio di via Zanfarino da numerosi centri della Sardegna anche molto distanti da Sassari (Nuoro, Ozieri, Olbia, Macomer). Tutte condizioni che ostacolerebbero non poco l’impresa da parte delle neomamme. E’ molto recente la notizia di una giovane madre allontanata dalla porta di un importante ateneo del Nord dove stava frequentando un analogo corso per insegnanti di sostegno (per altro, è stata riammessa nel giro di poche ore con tante scuse). Segno che anche quelli che potrebbero sembrare diritti acquisiti, in un mondo che afferma di voler mettere il futuro dei più piccoli al primo posto, non sono mai scontati, anzi.
Eppure a volte basta veramente poco: tanto per cominciare, la sensibilità di avvertire l’esistenza di esigenze differenti da quelle della massa e un po’ di sano spirito di organizzazione. “Il direttore del Dipartimento di Storia professor Marco Milanese ha subito condiviso con me l’importanza di garantire alle neo mamme il diritto allo studio e insieme ci siamo attivati per trovare una soluzione, prontamente messa in pratica dal tutor d’aula Federico Cossu, che ringrazio”, spiega Dettori. L’ampiezza della stanza che è stata destinata allo scopo consente inoltre di ospitare un buon numero di altri corsisti, quando questo sia necessario per portare avanti lavori di gruppo. Così le corsiste “speciali” non perdono neanche le esercitazioni pratiche.
“Tutti i corsisti sono molto motivati e nonostante l’intensità del percorso formativo – che deve concludersi entro marzo 2020- hanno dimostrato interesse, partecipazione, grande entusiasmo nel prepararsi a una professione complessa e delicata che dovrà essere svolta nelle scuole. Siamo pedagogisti – conclude Dettori – Sappiamo quanto sia importante per i bambini stare vicino alla mamma soprattutto in questa fase della crescita e per noi è importante che le nostre corsiste apprendano serenamente senza sentirsi in colpa per aver affidato per tante ore i loro figli lattanti ad altre persone”.
L’Ateneo sta lavorando per mettere a regime soluzioni come questa che garantiscano il rispetto di pari opportunità per tutti gli studenti e le studentesse e favoriscano la conciliazione tra studio, lavoro e vita privata.
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