Suolo pubblico, secondo il Comune di Sassari le modifiche piacciono agli operatori
Il Comune di Sassari sta cambiando le regole per l’occupazione del suolo pubblico e incassa il parere favorevole dei commercianti. “La vita comunitaria e la fruizione di ristoranti, bar e altri esercizi pubblici si sono spostate all’aperto. Recepire definitivamente le previsioni adottate in seguito alla pandemia del 2020 significa prendere atto di mutamenti che derivano da più fattori sociali, culturali e anche climatici”. L’assessore alle Attività produttive, Lello Panu, fa scattare il countdown verso l’approvazione del nuovo regolamento comunale per l’occupazione del suolo pubblico. “Lo fa riflettendo su uno degli elementi più significativi della revisione compiuta dagli uffici del settore competente, che ora dovrà superare il vaglio della commissione e del consiglio comunale. Le modifiche apportate nel rispetto delle norme vigenti seguono la linea che l’attuale amministrazione ha deciso di adottare al termine di un confronto che ha coinvolto pubblici esercenti, associazioni di categoria e anche altri portatori di interesse”.
Il tavolo permanente delle attività produttive
“Abbiamo ritenuto prioritario regolamentare un ambito fondamentale della vita economica, sociale e culturale della comunità, ascoltando tutti e mediando le esigenze degli esercenti, dei residenti, di chi vive gli spazi pubblici e di chi deve potersi muovere in città senza incontrare barriere”, è la premessa con cui Panu nei giorni scorsi ha presentato le novità al Tavolo delle Attività produttive. È uno spazio permanente di incontro e di scambio che la giunta Mascia ha attivato subito dopo il suo insediamento”.
“All’incontro, anche in vista dei prossimi passaggi che il regolamento dovrà affrontare per essere approvato, hanno partecipato i capigruppo di maggioranza e opposizione di Palazzo Ducale. E il favore generale con cui le novità sono state accolte dai consiglieri comunali e dagli operatori commerciali lascia ben sperare l’assessore. “Il nostro obiettivo è di arrivare all’approvazione definitiva entro la fine dell’anno, possibilmente a inizio dicembre – afferma – in modo che le concessioni richieste e rilasciate all’inizio del 2025 seguano già le nuove regole”.
“Il raddoppio dello spazio all’aperto (ma nelle borgate e nei quartieri periferici potranno essere concesse ulteriori metrature) non è la sola novità sostanziale. Sarà estesa la possibilità di usufruire di uno spazio nel lato opposto della via a tutte le attività che si affacciano su una via con una sola corsia, e non solo a quelle in cui sono state istituite le zone 30. Non sarà più necessario richiedere l’assenso di condomini o attività commerciali purché tavolini e sedie distino almeno due metri dalle vetrine dei negozi o dai portoni dei palazzi. Scivoli, rampe e altre strutture finalizzate a rimuovere le barriere architettoniche non saranno più calcolate all’interno della metratura di suolo pubblico concesso, ma rappresenteranno un “extra” che dovrà misurare al massimo cinque metri lineari”.
Suolo pubblico anche per attività artigianali
“Ma uno degli aspetti certamente più innovativi è rappresentato dalla concessione del suolo pubblico anche alle attività artigianali: si tratta di una misura adottata per sostenere il commercio di prossimità, mutuando modelli già sperimentati altrove con successo proprio per assecondare la tendenza a vivere e stare il più possibile all’aria aperta. Uno dei punti dolenti del regolamento vigente è rappresentato dal fatto che, in caso di cambio della gestione, non è possibile esigere dal subentrante il pagamento delle morosità pregresse. “D’ora in poi sarà così, il cambio di gestione contemplerà per chi subentra anche l’onere di accollarsi i pagamenti arretrati di chi c’era prima”, annuncia il titolare delle Attività produttive. D’altro canto, è stato eliminato l’obbligo di depositare una fideiussione: resta solo per i titolari dei dehors, ma varrà 3mila euro anziché 5mila euro”.
“Sul piano pratico, invece, via libera alla realizzazione di un corridoio di collegamento tra l’ingresso dell’attività e lo spazio all’aperto, così da agevolare il lavoro degli esercenti e la fruibilità degli spazi interni ed esterni. Viene stabilito infine che le pratiche non debbano e non possano essere assoggettate alla politica. “L’attuale regolamento vincolava il rilascio della concessione a una preventiva comunicazione alla giunta della pratica in via di definizione – afferma ancora Lello Panu – abbiamo eliminato quella odiosa e contestata dicitura per ribadire che certe pratiche devono seguire solo il rispetto delle regole e devono essere assoggettate al solo parere di conformità da parte dei tecnici”.