Le Pink Flamingos proseguono il loro viaggio in bici a Sassari.
Dopo aver visitato diversi ospedali della Sardegna, le Pink Flamingos arrivano all’ospedale di Sassari. In viaggio in sella a una bicicletta per testimoniare che con il tumore si può convivere. Il gruppo di pazienti oncologiche del progetto, è arrivata al Santissima Annunziata.
Ad accogliere le cicliste sono stati i pazienti e le pazienti del reparto di Oncologia con il personale sanitario, la direttrice amministrativa Maria Dolores Soddu e la direttrice sanitaria Lucia Anna Mameli. “La nostra è un’organizzazione nata due anni fa con lo scopo di sostenere le donne che hanno vissuto un percorso di malattia e di cura oncologica stimolandole verso una nuova modalità di vivere la vita”, ha affermato la presidente dell’associazione Maria Cristina Concas.
Le protagoniste di quest’avventura hanno la consapevolezza dell’importanza dello sport per contrastare la malattia e promuovere la salute con il sorriso. Una dimostrazione di come l’attività fisica e l’impegno possono contribuire positivamente al benessere psicologico e fisico dei pazienti oncologici, oltre a sensibilizzare la comunità sull’importanza della prevenzione e della ricerca sul cancro.
“Un evento importante perché le Pink Flamingos hanno portato un messaggio di sostegno e incoraggiamento emotivo e sociale alle persone che stanno affrontando un tumore – ha dichiarato la direttrice sanitaria – La testimonianza di queste donne è fondamentale perché, dopo aver affrontato con grande coraggio la malattia, hanno deciso di affrontare questa sfida con altrettanta forza”.
Le Pink Flamingos sono partite dall’ospedale Businco di Cagliari per approdare ieri sera all’ospedale di Ozieri. Un lungo “volo” in bici di circa 650 km con oltre 7.303 metri di dislivello totale che avrà come tappa finale il parco di Molentargius a Cagliari.
”Vogliamo essere un esempio da seguire per altre donne che hanno fronteggiato e superato la lotta contro il cancro e raccogliere fondi per acquistare un apparecchio, da donare ad una delle strutture ospedaliere, per prevenire la caduta dei capelli durante il trattamento chemioterapico”, ha concluso Maria Cristina Concas.