Ha il covid, disabile abbandonato in casa a Sassari sulla sedia a rotelle

Un disabile lasciato senza assistenza a Sassari.

Disabile e prigioniero in casa, per la seconda volta. Fedele Saba, invalido al 100% a causa di un tumore ai polmoni ed una metastasi al cervello, è risultato positivo ieri al Covid dopo il test effettuato a Li Punti per “Sardi e sicuri”, lo screening di massa voluto dalla Regione Sardegna. L’uomo, asintomatico, ha subito informato dell’esito la cooperativa che l’assiste su base quotidiana grazie al programma comunale Sad, servizio assistenza domiciliare.

Un aiuto essenziale per il 62enne sassarese, beneficiario della legge regionale 162, e residente a Ottava, frazione alle porte del capoluogo turritano: l’uomo infatti non è autonomo e necessita di cure continue. “Mi hanno detto che non verranno”, riferisce il signor Saba, che può contare, in alternativa, soltanto sul sostegno saltuario della sorella, Maria Giuseppa. Ma la decisione della cooperativa è obbligata, dovendo seguire protocolli interni che, a loro volta, seguono le leggi nazionali. In primo piano va la tutela del lavoratore e anche di tutti gli altri assistiti. Un eventuale contagio comporterebbe infatti diffondere il coronavirus a catena agli altri malati con tutte le conseguenze del caso.

In questi casi quindi la palla passa all’Ats e alle Usca. E proprio con l’Azienda e le Unità speciali di continuità assistenziale il signor Saba ha già avuto a che fare durante la prima positività, a fine 2020. “Siamo rimasti chiusi in casa, io e mia sorella, da novembre a dicembre – ricorda l’uomo -. Si pretendeva che andassimo al Rizzeddu a fare gli esami. Dopo tanto sono venuti loro”. Ora l’incubo sembra ripetersi, per lui e Maria Giuseppa, che vive altrove e adesso condivide l’appartamento del fratello in attesa della fine della quarantena. Un tempo sospeso e frustrante, che entrambi sperano si concluda presto.     

Condividi l'articolo