Il primo prelievo di cuore a Sassari da un paziente deceduto.
L’ospedale di Sassari all’avanguardia per i trapianti, con un altro prelievo di organi eseguito a cuore fermo. Questa volta l’Aou Sassari ha eseguito un prelievo di cuore, grazie alle volontà espresse in vita da un paziente di 59 anni deceduto presso il reparto di Terapia Intensiva.
LEGGI ANCHE: A Sassari il primo prelievo di organi a cuore fermo in Sardegna
Ora il suo cuore batterà ancora, salvando la vita di qualcuno. “Si tratta di un intervento complesso che necessita di competenze specialistiche avanzate e di un’altissima integrazione di sistema, che la rete trapiantologica in Sardegna oggi è in grado di garantire”, ha dichiarato l’assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi.
Il prelievo è stato eseguito nella notte fra il 12 e il 13 novembre presso l’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Un lavoro di equipe eseguito da una rete di professionisti del Santissima Annunziata, che in sinergia con il Coordinamento Locale ed il Centro Regionale Trapianti e con il supporto del Centro Nazionale Trapianti hanno consentito il prelievo multiorgano, ovvero del cuore e del fegato, oltre che delle cornee da donatore a cuore fermo controllato.
La particolarità dell’intervento è consistita proprio nel prelievo, oltre che del fegato, anche del cuore, in un donatore in cui la morte è stata certificata dopo arresto cardiaco rilevato per 20 minuti con elettrocardiogramma così come richiesto dalla legge italiana. Il prelievo di un organo a scopo di trapianto viene sempre eseguito su un cadavere, procedura si può però differenziare per le modalità di accertamento della morte del donatore. Si basa su criteri neurologici, come “morte cerebrale” e caratterizzata per il prelievo degli organi a cuore battente, oppure a cuore fermo.
Per quest’ultima procedura la legge prevede, per l’appunto, un tempo di attesa e di osservazione prima del prelievo dell’organo di 20 minuti. Qualche tempo fa non era mai stata effettuata in Italia per il cuore, proprio perché un organo complesso per la mancanza di ossigeno durante il periodo di arresto della circolazione sanguigna. Oggi invece le tecniche di riperfusione più all’avanguardia consentono di recuperare le funzionalità del cuore anche dopo i 20 minuti di arresto previsti per legge, rendendo quindi l’organo idoneo al trapianto.
“La riuscita di tale procedura è dovuta, oltre che alle competenze specialistiche di ogni singolo attore della rete, anche e soprattutto alla massima integrazione clinica, tecnica e culturale delle diverse professionalità coinvolte nel processo di donazione e di prelievo, nell’ambito di una attività che viene condivisa e coordinata dal Centro Regionale Trapianti unitamente al CNT ed alla intera rete nazionale di donazione e trapianto”, ha sottolineato in dottor Lorenzo D’Antonio, Coordinatore Regionale del Centro Regionale Trapianti.
La Regione è fortemente impegnata sul fronte della donazione e del trapianto di organi ed è seconda per tasso di segnalazione di potenziali donatori. L’attività di donazione a cuore fermo consentirà un ulteriore incremento di organi destinati al trapianto.