Il presidente della Dinamo annuncia che il prossimo anno lascerà la guida della società.
“La prossima stagione sarà l’ultima alla guida della Dinamo.” A dichiararlo, in conferenza stampa, il presidente biancoblu Stefano Sardara. Si chiude così un’era iniziata nel 2011, quando l’amministratore delegato della Reale Mutua prese le redini dell società di basket conducendola a importanti trionfi come lo scudetto, due coppe Italia, due supercoppe e la Fiba Europe Club. Un impegno “h 24” che, come dichiarato dal patron sassarese, che non è più in grado di sostenere considerati anche gli impegni col Torino in A2, e le squadre di basket femminile e in carrozzina.
“Umanamente avrei già lasciato due anni fa – afferma Sardara – ma poi c’è stato il covid”. Ora la volontà di passare il testimone tra un anno, certo che qualcuno si farà vivo per acquisire la società. Ma per il presidente, l’ultima annata non sarà da “remi in barca”: “L’obiettivo è fare una grande stagione e recuperare la salute finanziaria della Dinamo.” Conti compromessi, come per tutti, dalla pandemia: “Abbiamo avuto il 40% di fatturato in meno e il 20% del budget.” Sardara si mostra sicuro di far di nuovo quadrare la situazione economica, facilitato comunque da una “gestione del club come azienda” che ha permesso di limitare i danni.
Quanto alla nuova squadra da ridisegnare dopo l’addio di Pozzecco non si sbilancia: “Non c’è fretta.” E sui presunti malumori dei tifosi il presidente è netto: “Sassari è un trampolino di lancio. Da noi vengono giocatori e allenatori con forti motivazioni. Cambiare squadra per andare altrove si chiama professionismo”. Capitolo palazzetto: “Il nuovo avrà 6500 posti. Una ragione in più per motivare eventuali compratori.” Sardara conclude escludendo ripensamenti: “Non resto nel mondo della pallacanestro.”
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