La protesta dei lavoratori dell’ Opera Gesù Nazareno di Sassari.
Protestano i lavoratori della struttura riabilitativa Opera Gesù Nazareno che, a due anni dalla firma del contratto collettivo nazionale del settore della Sanità Privata, non si vedono applicate le nuove condizioni economiche e normative.
La Funzione Pubblica di Sassari di Cgil, Cisl e Uil ha indetto un’assemblea dei lavoratori per il giorno 17 gennaio. L’obiettivo dei sindacati è chiedere alle lavoratrici ed i lavoratori il pieno mandato per la proclamazione dello stato di agitazione e decidere insieme quali iniziative e forme di protesta e mobilitazione mettere in campo per la soluzione della vertenza.
Una situazione causata anche difficili condizioni economico-finanziarie che sta attraversando la storica struttura che dal 1955 opera nel campo della riabilitazione per giovani con disabilità psichica. Durante gli incontri precedenti tra sindacati e direzione è emerso le sofferenze gestionali che hanno visto la chiusura del bilancio 2020 in perdita, impediscono l’aggiornamento e l’incremento delle buste paga, di circa 150 euro, dei dipendenti. Secondo la direzione, nell’ipotesi in cui si dovesse applicare il contratto, il maggior costo del personale potrebbe determinare il fallimento della società. A complicare le cose anche le due società che in modi diversi gestiscono la struttura, una in qualità di proprietaria degli immobili, l’altra come gestione diretta delle attività di assistenza e riabilitazione, che al momento non riescono a trovare un compromesso. Per i lavoratori della Ge.Na. questa notizia ha rappresentato una vera e propria doccia fredda. Dopo circa 10 anni di battaglie a livello nazionale.
Su mandato dei lavoratori – spiegano i sindacati – abbiamo concesso un tempo congruo alla Direzione per la ricerca di una soluzione. A tutt’oggi però, ci viene comunicato che dovranno ancora svolgersi ulteriori assemblee dei Soci, ulteriori verifiche dei bilanci, e accordi tra le due società. Un rinvio continuo delle scelte e delle decisioni che non sono più tollerabili“.