Il progetto del Comune di Sassari per il Reddito di cittadinanza.
Sono circa 7mila le famiglie di Sassari nella quale almeno un membro percepisce il Reddito di cittadinanza. Importo che varia a seconda delle situazioni, dove i beneficiari sono tenuti a rendersi disponibili a collaborare con l’amministrazione o il terzo settore. Una serie di proposte chiamate Progetti utili alla Collettività per dare la possibilità di restituire ciò che viene dato come sostegno.
Ma, come ha spiegato dall’assessore comunale ai Servizi Sociali, Antonello Sassu, non è un’attività lavorativa vera e propria. “Nella prima fase verranno coinvolte 150 persone. L’attività potrà durare un anno, ma non è escluso che possa proseguire più a lungo. I Puc riguarderanno attività culturali, sociali, artistiche, ambientali, formative e tutela beni comuni – ha chiarito Sassu -. Coloro che verranno selezionati saranno partecipi di un progetto più ampio che li rende protagonisti. Un bel momento dove l’associazionismo e il volontariato trovano un punto di coordinamento insieme al Comune”.
Non tutti i percettori del Reddito di cittadinanza, tuttavia, sono obbligati a collaborare con il Puc. Tra questi coloro che hanno più di 65 anni, quanti frequentano corsi di formazione, frequentano Università o scuola, hanno disabilità o bambini fino a 3 anni. Perciò la platea è più ristretta rispetto ai 7mila complessivi.
Un progetto che si è reso possibile grazie all’impegno dei Servizi sociali, che l’assessore Sassu ha ringraziato. “I Servizi sociali gestiscono numerose situazioni che talvolta non appaiono. È un settore esposto più di altri, che è intervenuto in diverse situazioni e ci impegna sul fronte dell’assistenza ai più deboli. Si fa il possibile, soprattutto ora considerando il momento difficile”, ha commentato.