Sassari, reparto di Oncoematologia mai ristrutturato: la denuncia del M5s

La situazione nel reparto di oncoematologia dell’ospedale di Sassari.

Nel reparto di Oncoematologia dell’ospedale di Sassari ci sono solo tre camere di degenza per 10 pazienti, un solo bagno e una sola doccia. La consigliera regionale Desirè Manca (M5S) ha denunciato la situazione in cui versa il reparto dell’ospedale di Sassari, che definisce “vergognosa“.

Sono queste le numerose criticità riscontrate dalla consigliera regionale del Movimento 5 stelle Desirè Manca che ha effettuato un nuovo sopralluogo nel reparto dell’ospedale di Sassari. “Chi è costretto a spostarsi in carrozzina perché sta facendo la chemioterapia – dichiara – per di più, in bagno non può proprio entrare: la sedia a rotelle non passa attraverso la porta di accesso, troppo stretta. Una vergogna senza precedenti. Sono queste le condizioni oscene, da vero incubo – denuncia Desirè Manca (M5s) – in cui versa l’Oncoematologia di Sassari, un reparto che accoglie migliaia di pazienti provenienti da tutto il Nord Sardegna, ma anche da Nuoro, da Oristano e dalla Gallura. Locali che attendono una ristrutturazione e un adeguamento delle condizioni da ben vent’anni”.

Già nel febbraio 2023 la consigliera aveva presentato una mozione per chiedere alla Regione l’immediato trasferimento del reparto di Oncoematologia in locali adeguati. “Sono stata tante volte in questo reparto per chiedere che venisse ristrutturato – ricorda Desirè Manca (M5s) – ma in cinque anni ho ricevuto soltanto promesse vuote, nulla è accaduto. Ancora oggi l’Oncoematologia si trova in queste condizioni, con gli intonaci che cadono a pezzi, i buchi nei pavimenti, cavi a vista e elementi tenuti insieme con il nastro adesivo. Il livello di indecenza è senza precedenti, considerando che questo reparto attende una ristrutturazione da decenni”.

”Chiediamo  – conclude – che le promesse vengano mantenute, attendiamo che dalle parole si passi ai fatti. Le persone che ricevono le cure per un tumore non possono vivere questo incubo. Le persone più fragili, che soffrono, non possono subire anche questo trattamento, triste, doloroso, inaccettabile”.

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