VIAGGIO TRA I QUARTIERI – Latte Dolce non è più un ghetto, ma i residenti si sentono abbandonati

Nel quartiere manca la pulizia e le strade sono rotte.

Il quartiere di Latte Dolce a Sassari non ha sempre avuto la reputazione di un posto “tranquillo” dove vivere. Essendo per lo più un quartiere di edilizia popolare, la nomea di “ghetto” che si è diffusa per anni ha caratterizzato la vita degli abitanti.

Con il passare degli anni però questa situazione è cambiata. Latte Dolce non è più considerato un quartiere “ghetto” e la vita è molto migliorata anche da quando hanno spostato la sede del SERD. La vita quotidiana del quartiere si svolge normalmente e i residenti non sentono più di abitare in una zona pericolosa.

Negli anni i servizi a disposizione degli abitanti sono aumentati. Ci sono le scuole, le poste, le banche e altre attività utili. A Latte Dolce sono anche presenti molte delle principali strutture sportive cittadine come la piscina comunale o i campi di calcio del Latte Dolce.

Un ruolo attivo nella vita del quartiere lo svolgono i Salesiani nella parrocchia di Nostra Signora del Latte Dolce, che coinvolgono i giovani in tante attività e corsi all’interno dell’oratorio. D’estate per esempio possono partecipare a “Estate Ragazzi” per passare del tempo insieme e divertirsi giocando.

Certo, sebbene la situazione sia migliorata, in generale è ancora presente in alcune zone una situazione di degrado e abbandono comune ad altre zone della città. Basta guardare le strade sporche, le aree versi abbandonate e poco curate, racconta una residente che vive nel quartiere da quarant’anni, o il parco giochi tra via Bottego e via Verazzano che ha bisogno di manutenzione. La recinzione che lo circonda è rotta in più parti e in alcuni angoli della piazza sono stati abbandonati dei rifiuti tra cui una poltrona e decine di bottiglie di vetro.

Infatti, passeggiando per le vie è facile incontrare vicino ai cassonetti rifiuti abbandonati di ogni tipo o aree verdi bisognose di manutenzione, così come le strade. I residenti lamentano questa situazione di incuria e si sentono dimenticati.

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