Le opere degli studenti.
Da un lato gli studenti del Polo tecnico Devilla e la loro voglia di conoscere i materiali dell’edilizia naturale. Dall’altro, la creatività di ragazze e ragazzi del Liceo artistico Figari con tutto il loro estro artistico. Nel meraviglioso contesto dell’area verde di via Venezia, la seconda edizione del meeting “La calce in Sardegna” è stata ancora una volta occasione per conoscere i segreti delle materie prime e delle tecniche con le quali, i grandi artisti del passato come Michelangelo, affrescarono opere di straordinaria bellezza come la Cappella Sistina.
Venerdì e sabato a fare da collante tra queste due talentuose professionalità in erba, è stata l’esperienza e l’inventiva di un maestro d’eccezione, l’artigiano Costanzo Salis, che della ricerca dei materiali naturali per l’edilizia ha fatto una sua personale missione di vita.
Grazie alla presenza del suo laboratorio mobile, gli studenti della sezione “Costruzioni, Ambiente e Territorio” del Devilla, accompagnate dai docenti Giorgio Manconi e Davide Satta, hanno potuto cimentarsi nell’applicazione di una finitura in calce, permettendo ai ragazzi del Liceo Artistico guidati da Claudio Cupiraggi di realizzare le loro opere con la tecnica dell’affresco sui supporti appositamente predisposti.
Salis ha presentato i suoi prodotti affiancato dal maestro Vincenzo Faedda e dall’operatore Matteo Garofalo. “Per i ragazzi, visionare concretamente le materie prime che normalmente studiano in teoria sui libri di scuola, e poterne mettere in pratica l’utilizzo, è stata un’importante e rara occasione – ha commentato Satta –. Così possono comprendere al meglio anche le difficoltà di applicazione”.
I giovani pittori dal canto loro sono stati bravissimi nello sperimentare la tecnica dell’affresco, che deve essere eseguita con destrezza e rapidità, stendendo i colori senza troppi ripensamenti prima che la calce si asciughi. Così il dipinto godrà di maggiore consistenza e solidità.
“Solitamente – ha spiegato Cupiraggi – gli studenti dipingono su carta , tela e legno. Questa è un’opportunità straordinaria per mettersi alla prova, e lo hanno fatto egregiamente. Sono davvero soddisfatto dei risultati”. Il verde del parco dedicato a Maria Carta si è pian piano arricchito di colori. Sui cavalletti sono spuntate graziose nature morte, fantasie ispirate ad anime giapponesi, ritratti caravaggeschi e di Van Gogh, e c’è persino chi ha riprodotto fedelmente il volto del giovane cantante Mahmood.