Il primo weekend di Sassari in zona bianca.
“Cosa c’è, la cavalcata?”. Il commento di un passante sorge spontaneo alla vista del fiume di persone che scendono e risalgono i centri della movida sassarese. Primo sabato in zona bianca per il capoluogo turritano e anche prime misure restrittive rese necessarie dall’evidenza di bar al limite della capienza. A farne la spese per prima via Torre Tonda chiusa dalla polizia locale in anticipo sull’orario di chiusura e oggetto di controlli serrati da parte degli agenti. Ma la strada del centro storico, penalizzata dalle dimensioni ristrette, non è l’unica ad essersi riempita in questo primo sabato di marzo.
Da via Roma a via Asproni sono migliaia i cittadini in transito e molti quelli che non riescono a consumare l’aperitivo. “Non ci voglio credere!”, esclama una ragazza esausta all’ennesimo tentativo fallito di scovare un tavolino libero. Ma c’è poi anche chi il posto l’ha trovato ma aspetta da più di mezz’ora d’essere servita. Superlavoro infatti per i camerieri questa sera, tra centinaia di ordinazioni e l’appello costante rivolto agli avventori di mantenere le distanze: “Vi prego, state a un metro, se no mi fanno a fette”, implora il gestore di un locale. Perlopiù i clienti ubbidiscono, si allontanano, magari qualcuno si abbraccia subito giustificandosi: “Abbiamo fatto il tampone!”
Nella mappa del divertimento cittadino cambiano le età da zona a zona: i ventenni nella sopracitata via Torre Tonda, i trentenni e oltre in viale Italia, le famiglie tra via Cavour e Piazza Fiume, e, infine, piazza d’Italia, dove le generazioni si incrociano, dai bambini agli over 80, non si sa se già vaccinati, e gli adolescenti che si chiamano tutti “Fratè” e fischiano per ritrovarsi nella folla. La quasi totalità delle persone porta le mascherine. Il virus circola sempre, le sue varianti pure, e nessuno vuole ritornare alla zona gialla o, peggio, a quella arancione.