Nel centro storico di Sassari vestiti e solidarietà di “Sa domo de totus”
Ci sono tanti modi per ravvivare il centro storico di Sassari, “Sa domo de totus” ha scelto di farlo con la solidarietà e lo scambio di vestiti. “Sabato e domenica via Frigaglia, storica arteria del centro storico di Sassari ormai svuotata dalle attività commerciali e produttive, si ravviva all’insegna della solidarietà e del mutuo soccorso – spiegano -. Da ormai quattro anni, l’associazione Sa Domo de Totus, organizza la raccolta e la distribuzione di vestiario nuovo o di seconda umano. La regola è semplice: porta ciò che vuoi e prendi ciò di cui hai bisogno, tutto ovviamente gratuito e all’insegna del mutuo soccorso popolare“.
Quest’anno in soccorso di Sa Domo sono arrivati anche i giovani del FGC, che hanno aggiunto un’attività parallela. “Oltre gli abiti, quest’anno abbiamo raccolto anche alimenti a lunga conservazione – spiega il responsabile della federazione del FGC Pierluigi Cocco . Il carovita, causato fra l’altro anche dal continuo incremento delle spese militari, mette a dura prova la tasca dei proletari e condividere sembra essere l’unica possibilità di sbarcare il lunario, anche per chi in apparenza ha la fortuna di avere un buon tenore di vita”.
“Una partecipazione straordinaria”
All’entrata dell’associazione c’è un box per la registrazione, ma i dati raccolti non hanno alcuna formalità, visto che a chiunque viene riempita la sacca di vestiti e cibarie. “Quest’anno la partecipazione è stata straordinaria – racconta Rosalba Pisanu, responsabile del gruppo mutualismo di Sa Domo de Totus – ormai la voce si è diffusa e basta appendere la locandina dell’evento nella nostra bacheca perché tutti i quartieri del centro storico di Sassari rispondano con interesse alle fasi della raccolta e della distribuzione”.
Dietro al “clothes sharing” c’è una grande rete di attivismo e una organizzazione del tutto volontaria e indipendente. “Per raccogliere, smistare, allestire e distribuire vestiti e cibo – prosegue la responsabile – serve una grande partecipazione di volontari e ormai possiamo contare su uno zoccolo duro di una ventina di persone grazie a cui possiamo rifare guardaroba e dispensa a circa trecento famiglie”.
L’impegno è grande, ma l’attenzione alle parole sembra fondamentale. “La carità non c’entra nulla – spiega Cocco del FGC – l’aumento vertiginoso delle spese militari e la volontà politica di seguire le politiche guerrafondaie e antipopolari imposte dalla NATO, stanno di fatto affamando una comunità già profondamente indebolita e frustrata dalle crisi precedenti. Di fronte a questa situazione non serve carità fine a sé stessa, ma solidarietà e mutualismo popolare per costruire un’alternativa concreta alla miseria e alla precarietà!”