Annullata la manifestazione in piazza a Sassari.
La manifestazione di protesta a Sassari del Comitato Tende in Piazza, inizialmente rinviata a sabato 5 giugno, è stata definitivamente annullata. All’evento avrebbero dovuto partecipare alcuni importanti esponenti del mondo della Cultura e dell’arte made in Sassari & Sardegna. Insieme a loro sarebbero stati della partita anche numerosi datori di lavoro e dipendenti (in versione relatori) appartenenti a differenti categorie afferenti e varie tipologie di attività, chiamati a raccontare la loro esperienza e le difficoltà legate al lavorare in pandemia. Tende in piazza “Bis” era stata rinviata per evitare di creare problemi e forzare norme e regolamenti. Gli Enti coinvolti, chiamati a dare il loro benestare allo svolgersi delle attività, erano tanti e alcuni non erano riusciti a dare il loro parere in tempo utile affinché si potesse provvedere a logistica e organizzazione.
“Ci abbiamo provato sino alla fine, non volevamo arrenderci alla dura evidenza ma alla fine abbiamo scelto di annullare definitivamente Tende in Piazza Bis – fanno sapere dal Comitato – . Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per far sì che Tende in Piazza Bis potesse svolgersi in sicurezza e nel rispetto delle norme. La nostra idea era, sin dalle prime battute, organizzare un manifestazione di pacifica e civile protesta. Una manifestazione, non un concerto in piazza in pieno Covid. Assimilare la nostra iniziativa ad un concerto, nel vero senso del termine, comporta chiaramente un aumento esponenziale delle richieste da soddisfare, dei paletti entro cui muoversi, delle autorizzazioni da richiedere e da ottenere. L’incertezza normativa che regola lo svolgersi dei cosiddetti grandi eventi dopo i pur gravi fatti di Torino è aggravata dalle disposizioni in materia di covid, e tutto si complica sino a diventare un dedalo inestricabile”.
“Aumentano i dubbi, si innalzano i costi, si innalzano i numeri del personale da impiegare a supporto dell’evento e a garanzia della sicurezza dello stesso, il numero delle ambulanze, dei varchi, degli addetti anti incendio. Ma crescono anche le responsabilità penali a carico dell’organizzazione. Noi non vogliamo fare i disobbedienti, non vogliamo creare disordini, siamo convinti che manifestare secondo l’articolo 21 della Costituzione sia un diritto da garantire in un evento che non è da non assimilare ad un “semplice” concerto, anche se a gridare da palco con civile garbo il loro disappunto sono, anche, gli stessi artisti. Non ci sono i margini per dare vita alla nostra volontà. L’ultima conferenza di servizi ha reso al presente un quadro difficile da decifrare. Vengono meno le convinzioni del fare, anche per chi come noi voleva solo e soltanto fare le cose per bene”.
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