Il borsello trovato a Sassari e consegnato alla polizia locale.
Ritrova 900 euro in un borsello e li restituisce alla polizia locale. Autore della buona azione Ahmed, un 26enne libico, arrivato in Italia nel 2016 e da qualche mese ospite del dormitorio dei Cappuccini in via Monsignor Marongiu a Sassari. “Era per terra, all’inizio della via”, riferisce il giovane. “Ho chiesto se qualcuno lo stava cercando ma nessuno sapeva nulla.” Ahmed porta il borsello a Padre Isidoro, parroco della chiesa, che gli consiglia di consegnarlo agli agenti della municipale in servizio nella stazione mobile di piazza Castello.
Dentro, come hanno potuto constatare i poliziotti, oltre ai soldi, un cellulare, e i documenti di una persona anziana che, secondo le prime informazioni, è già stata rintracciata. “Ho sentito che è stato giusto così. Non era roba mia, perché avrei dovuto tenermelo?”, afferma il ragazzo con un sorriso disarmante, sorpreso forse dalla nostra sorpresa. Ahmed viene da Bengasi, da dove è scappato a causa della guerra che fino a poco tempo fa infuriava su tutta la Cirenaica. “La casa dei miei genitori è stata distrutta e ora vivono ad Al Baiyda, a 400 chilometri da Bengasi. I militari non li fanno neanche avvicinare”, afferma.
Il giovane confida sul nuovo premier libico, Abd al Hamid Dbeibah, perché metta fine alla guerra civile permettendogli così di ritornare e sfruttare la laurea in geologia. Al momento però, per vivere, conta su piccoli lavoretti, dal volantinaggio ai lavori in giardino. “Qualsiasi cosa. Non ho problemi”, dice Ahmed che, purtroppo, non riesce a trovare nulla da febbraio. “Il mio sogno è conseguire la specializzazione in geologia a Cagliari. E poi lavorare in patria nei pozzi di petrolio come ingegnere”. Un sogno da realizzare senza scorciatoie, come quella del furto. E mentre parliamo arriva la prima conseguenza della sua onestà: un assegno per lui da parte di chi ha apprezzato il suo gesto.