Un dibattito a Sassari sul femminicidio
In occasione del 25 novembre avvocati e studenti a Sassari si confrontano in un dibattito per discutere di violenza e femminicidio. “La Rete dei Comitati Pari Opportunità d’Italia vuole proporsi come interlocutrice delle Istituzioni Scolastiche, mettendo a disposizione le competenze tecniche per ideare e realizzare percorsi formativi efficaci. IL comitato sarà presente capillarmente con una serie di eventi, distribuiti in 4 istituti scolastici simultaneamente. Ad accogliere gli studenti dello storico liceo Azuni sarà la Presidente del CPO avv.ta Anna Soro (l’evento si svolgerà presso l’auditorium della Camera di Commercio; l’avv.ta Graziella Meloni del CPO sarà presente con i ragazzi dell’istituto superiore paritario Kennedy, l’avv.to Marco Salaris del CPO si occuperà del Liceo Statale Margherita di Castelvi“.
“Lo scambio di visioni è al centro del dibattito con un progetto denominato #generazionePari che si propone di offrire gli strumenti di conoscenza e supporto per intervenire in un’ottica di prevenzione primaria per il contrasto contro ogni forma di violenza di genere. La scuola in questo senso rappresenta uno degli spazi deputati alla formazione del senso civico, all’ascolto dei ragazzi e alla costruzione di buone prassi di intervento. E’ in questa prospettiva che l’Avvocatura può e deve esprimere il suo ruolo sociale, al di fuori delle aule di giustizia, facendosi prossima ai bisogni della collettività.
Tale progetto risponde appieno all’esigenza di esercitare la più nobile funzione dei Comitati Pari Opportunità perché la scuola è il luogo in cui il mondo si incontra, si confronta e si costruisce.
C’è il fermento che le giovani generazioni portano con sé ed è lì, nel luogo della formazione e dell’educazione, che può e deve essere insegnata e sperimentata la relazione rispettosa”.
“Tutte le attività dirette a contrastare le discriminazioni e le disparità sociali hanno come presupposto i diritti fondamentali delle persone, con riferimento a tutti i fattori di rischio (tra essi sesso, razza, lingua, religione, età, disabilità, orientamento religioso) che costituiscono i valori fondanti del nostro ordinamento. Tra i banchi di scuola può iniziare la prevenzione che contribuirà al benessere del singolo e della società futura, perché la scuola è un mondo di risorse e l’Avvocatura, nel pieno rispetto ed esercizio del diritto di difesa connaturato alla propria funzione, ha il dovere di consegnare gli strumenti per costruire un nuovo futuro. Segno evidente che le azioni da compiere per interrompere questo andamento sono ancora tante e di stringente attualità.
“Per questo il Comitato Pari Opportunità dell’ Ordine Forense di Sassari, promuove un’analisi e azione condivisi che parta dalle scuole e coinvolga gli studenti in un momento di confronto e crescita.
Quello del 25 novembre è un manifesto che oggi vede coinvolti tre istituti scolastici ma è destinato ad una divulgazione capillare in tutti quelli della città e della provincia provincia.
L’incontro avrà inizio alle ore 09:00 e sarà preceduto dai saluti Istituzionali.
La funzione sociale dell’avvocato, accanto alla tutela dell’esercizio di difesa degli imputati, è senza dubbio quella di contribuire a riaffermare diritti fondamentali e difenderli facendo il passo più autentico: confrontarsi con le ragazze e i ragazzi delle Scuole Secondarie Superiori”.
“Lo sguardo sarà poi rivolto alla prospettiva di un cambiamento: storicamente qualsiasi forma di rinnovamento parte da una rottura, una rivoluzione consapevole e democratica che è quella che ha avuto avvio negli ultimi anni caratterizzati da una sempre maggiore consapevolezza da parte delle donne sui ruoli che devono assumere nella società, nel mercato del lavoro e nel mondo delle professioni, ma soprattutto che parta da una presa di coscienza da parte degli uomini sul ruolo fondamentale che possono assumere impegnandosi in prima linea in questa battaglia.
La rivoluzione involge anche una piccola grande ribellione dialettica che ha investito la grammatica, non un processo pretestuoso o vacuo che si basa solo sulla pretesa della declinazione al femminile, ma uno strumento comunicativo che si colloca all’interno di un percorso culturale molto più complesso”.