La pietra d’inciampo a Sassari.
Una pietra d’inciampo in memoria di Zaira Cohen Righi. Domani l’omaggio, alle 15.30 al numero 28 di piazza d’Italia, proprio davanti alla casa dove l’insegnante di scienze ebrea, mantovana di nascita e sassarese d’adozione, visse dal 1919 – anno delle nozze col medico Italo Righi – al 1938, quando il regime fascista proclamò le leggi razziali. Da quel momento ebbe inizio l’odissea della donna, costretta a lasciare la cattedra del liceo Azuni e la Sardegna, a raggiungere la sorella a Firenze, insieme alla quale venne arrestata e deportata ad Auschwitz dove trovò la morte il 23 maggio 1944 nelle camere a gas naziste.
Questa la tragica parabola esistenziale di Zaira Cohen, una delle milioni di vittime della Shoah, che l’International Inner Wheel Sassari Castello, costola femminile del Rotary, ricorderà domani con la collocazione della pietra placcata in ottone alla presenza delle massime autorità cittadine. Autore dell’opera l’artista tedesco Gunter Demnig che dal 1992 ha incorporato, nel selciato delle città invase dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, oltre 70mila blocchi con lo scopo di ridare un nome a coloro che l’olocausto aveva ridotto a un numero.
E anche l’International e le sue socie, aderendo all’idea della loro presidente Carla Pasca, vogliono onorare la vita di Zaira, docente amata e stimata da studenti e colleghi, i cui “eredi”, nel 2001, le hanno intitolato l’archivio storico del liceo Azuni. Con la pietra d’inciampo si aggiunge al ricordo anche il monito, dichiarato nelle intenzioni dell’Inner Wheel, rivolto ai più giovani affinché si adoperino perché non si compiano più orrori come quello dell’eccidio nazifascista.