Svaligiava le chiese, arrestato un 43enne di Alghero. Recuperata la refurtiva

L’operazione del Nucleo di Perugia.

L’indagine “chiese sicure” condotta dal Nucleo tutela patrimonio culturale di Perugia, congiuntamente ai militari del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Città di Castello e della stazione carabinieri di Umbertide, prende avvio e si sviluppa dal trascorso mese di maggio sino all’esecuzione dei provvedimenti del luglio 2019.

La stessa, che ha interessato i territori di più comuni delle provincie perugina, aretina e senese, trova avvio in seguito alla denuncia di furto, presentata dal parroco della chiesa della collegiata di Umbertide, monsignor Pietro Vispi, dalla quale erano stati rubati alcuni pregiati manufatti di natura devozionale contenenti preziose reliquie di santi.

Gli accertamenti, immediatamente avviati, hanno portato ad individuare, grazie alle immagini ricavate da una delle telecamere di sorveglianza e alle notizie fornite da un testimone oculare, il presunto autore del furto, un 43enne noto pregiudicato originario di Alghero residente da anni in Umbria.

Gli approfondimenti sui movimenti dell’uomo, sia nei giorni precedenti il furto di Umbertide (attraverso riscontri tecnici), che nel periodo immediatamente successivo con tradizionali attività d’indagine, di osservazione, controllo e pedinamento, hanno portato gli investigatori a trovare ulteriori importanti riscontri anche in relazione ad una serie di furti, perpetrati prevalentemente in danno di luoghi di culto, avvenuti a partire dal precedente mese di marzo, per arrivare ad intrecciarsi con la parallela attività d’indagine, condotta dai carabinieri della compagnia di Assisi, che già stavano monitorando l’indagato.

Le varie risultanze operative, confluite in un unico filone investigativo proseguito e condotto sotto la direzione dell’autorità giudiziaria perugina, hanno portato ad eseguire una serie di mirate perquisizioni a carico di vari soggetti, nei confronti dei quali è scattata la denuncia, in stato di libertà, per ricettazione, individuati quali diretti acquirenti di beni provento dei furti o di intermediari intervenuti nella compravendita.

I provvedimenti, eseguiti oltre che in Umbria anche in Toscana e nelle Marche, hanno permesso di recuperare un ingente quantitativo di refurtiva per la quale si sta ancora procedendo al riconoscimento da parte di coloro che ne avevano subito l’illecita sottrazione. A conclusione della complessa attività l’autorità giudiziaria, concordando con le risultanze investigative raccolte congiuntamente dai vari reparti coinvolti nell’indagine, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del responsabile dei furti, eseguita agli inizi di settembre.

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