Il Consorzio di bonifica della Nurra vince il ricorso, legittimi i contributi chiesti

La decizione della prima sezione della Commissione tributaria.

Sono legittimi i contributi chiesti dal Consorzio di Bonifica della Nurra ai propri associati, anche in assenza di un Piano di classifica. La prima sezione della Commissione tributaria provinciale ha rigettato il ricorso presentato da trentatré consorziati contro i ruoli emessi nel 2012 e le conseguenti cartelle esattoriali.

Il collegio ha accolto quindi la tesi del Consorzio, rappresentata dall’avvocato Francesco Ruiu, anche basata su una recente sentenza della Corte costituzionale. Il “Giudice delle leggi” nel 2018 ha sottolineato come in questi casi andasse considerato il reale beneficio conseguito dal consorziato. Quindi, anche in assenza di un Piano di classifica, i consorzi di bonifica possono chiedere il pagamento dei ruoli in virtù del servizio offerto e regolarmente certificato dal “resoconto utilizzo terreni” redatto dallo stesso Consorzio.

Di fronte al Giudice tributario, l’ente che eroga l’acqua nelle campagne della Nurra aveva poi sottolineato come, anche in assenza del Piano di classifica, il comprensorio irriguo fosse comunque suddiviso in cinque lotti, escludendo dal calcolo del contributo le aree non coltivabili.

“Siamo contenti che la prima sezione della Commissione tributaria abbia accolto la nostra tesi – spiega il presidente del Consorzio della Nurra, Gavino Zirattu – perché fondata su un pronunciamento inequivocabile della Corte costituzionale. Eroghiamo un servizio concreto ai nostri consorziati e i giudici hanno riconosciuto la legittimità del nostro comportamento”.

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