Tanti i dubbi sulla nuova ordinanza della Regione. E dai turisti arrivano le prime disdette nel nord Sardegna

Le richieste degli operatori turistici del nord Sardegna.

La Regione chiede che chi arriva in Sardegna presenti una certificazione di negatività al Covid. Se questa certificazione manca deve sottoporsi al test, molecolare o antigenico. Ma i dubbi da parte di operatori, turisti e residenti sono tanti. Ad esempio: il test viene fatto in automatico dall’azienda sanitaria competente o deve essere chi arriva in Sardegna a richiederlo rimanendo in isolamento nell’attesa del risultato?, si domandano alcuni.

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Così Nicola Monello, presidente della Sezione Turismo di Confindustria Centro Nord Sardegna, chiede sia fatta chiarezza una volta per tutte sull’ordinanza della Regione. “Come si fa, con un minimo preavviso, a domandare ai turisti un test negativo eseguito nelle 48 ore precedenti al loro arrivo?”, domanda il presidente. C’è chi si chiede come bisognerebbe comportarsi nel caso si debba partire il lunedì mattina. Dove si possono fare i test sabato e domenica?

Poi c’è chi sottolinea come essere negativo nelle 48 ore precedenti non significhi nulla, siccome si potrebbe venire in contatto con il virus subito dopo il test. “Sollecitiamo un chiarimento sul comma 2 dell’articolo 10 dell’ordinanza: non si capisce quando e come chi arriva verrà sottoposto al tampone – prosegue Monello -. Ma chi li chiama? Dove devono andare? I tamponi vengono fatti già in aeroporto? E l’isolamento fiduciario è per tutti coloro che arrivano sprovvisti di un test negativo o è solo per coloro che vengono contattati e che sono in attesa dell’esito del tampone? C’è purtroppo tanta confusione che sta generando una battuta d’arresto nelle prenotazioni e cancellazioni degli arrivi attesi nei prossimi giorni”.

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“Fermo restando che siamo tutti d’accordo che dobbiamo tutelare la salute dei sardi e che questa è una priorità che non è assolutamente in discussione – dice ancora Monello –, siamo ora passati da un eccesso all’altro. Ad agosto liberi tutti, discoteche aperte, spiagge affollate. Adesso che la Sardegna si è svuotata arriva invece l’inasprimento dei controlli”.

Il giudizio degli operatori turistici è pesante. “Riteniamo che la tempistica dell’ordinanza numero 43 sia del tutto sbagliata. Mancano infatti 3-4 settimane alla fine della stagione turistica. Perché non lasciarci finire di lavorare tranquilli, proprio ora che l’onda mediatica che aveva investito la Sardegna si era attenuata?”, si chiede il presidente.

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