Le associazioni ambientaliste chiedono per Alghero l’Osservatorio comunale sulla posidonia

La richiesta di Wwf, Italia Nostra e Lipu.

Il delegato Wwf per la Sardegna Carmelo Spada, il presidente Italia Nostra Sardegna Graziano Bullegas e il coordinatore Lipu Sardegna Francesco Guillot hanno mandato una lettera, indirizzata al sindaco di Alghero Mario Conoci e al dirigente settore ambiente, per avere dei chiarimenti sulla sabbia portata nella spiaggia di San Giovanni ad Alghero.

Dopo la vagliatura dello stoccaggio decennale di posidonia di San Giovanni effettuata nei mesi scorsi e il successivo trattamento avvenuto a Quartu Sant’Elena, sono ritornate ad Alghero 800 tonnellate di sabbia bianchissima. Sebbene i rappresentanti delle organizzazioni riconoscano che fosse necessario un intervento di bonifica dell’area, si domandano anche quanto questo intervento sia costato ai contribuenti sardi.

Nella lettera viene riconosciuto il complesso lavoro fatto dai funzionari dell’ufficio ecologia del Comune di Alghero insieme con gli Uffici regionali dell’Assessorato all’Ambiente per il recupero della sabbia, ma viene ribadita la necessità di sapere anche da quale spiaggia proviene la sabbia che è stata riposizionata accanto al molo sottoflutto del porto di Alghero. Il dubbio che viene sollevato è che la sabbia riportata in loco non appartenga tutta alla spiaggia di San Giovanni.

“Appare chiaro – scrivono nella lettera- che sarebbe opportuno, previa verifica di valutazione di impatto ambientale, che la sabbia venga restituita anche alle originarie spiagge alle quali è stata sottratta con l’asportazione della posidonia negli anni passati. Risulterebbe un legittimo e “naturale” ripascimento. La cronaca del passato è scritta, mentre oggi a San Giovanni si osserva un cantiere ancora aperto e su quella sabbia bianchissima scorrazzano i cani, entrano persone e anche bagnati incuranti del divieto di balneazione permanente specificato da un apposito cartello. E’ necessario che le istituzioni preposte attivino azioni di prevenzione per impedire la balneazione e l’accesso al cantiere alle persone non autorizzate”.

La richiesta di Wwf, Italia Nostra Sardegna e Lipu è che vengano attuati tutti gli opportuni provvedimenti atti a tutelare questo bene ambientale prezioso, quale è la sabbia, e che vengano resi pubblici i costi complessivi dell’operazione di bonifica del sito e di recupero della sabbia di San Giovanni e si pensi in futuro ad una gestione più attenta della posidonia.

Nella lettera si sottolinea anche come il lavoro di bonifica iniziato nella spiaggia di San Giovanni ad Alghero non sia certo concluso. Inoltre, poichè l’area di San Giovanni è interdetta alla balneazione, per tutelare la salute, le organizzazioni chiedono che vengano intraprese azioni di prevenzione e si impedisca la balneazione e lo stazionamento nell’area che, a tutti gli effetti appare essere un cantiere recitando.

Il Wwf, Italia Nostra e la LIPU, in ultima istanza, chiedono l’istituzione di un osservatorio comunale sulla gestione della posidonia in cui possano partecipare cittadini singoli, associazioni e portatori di interesse per verificare le strategie, i metodi e le applicazioni delle scelte di gestione della posidonia.

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