I locali della movida di Sassari pronti a riaprire: “Meno tavoli e rispetto delle regole”

La riapertura dei locali a Sassari.

Quella che si prospetta per i locali di Sassari ha la veste di una riapertura simbolica più che di qualcosa che sa di “vera e propria”. Molti non sanno in che modo riorganizzarsi in virtù di quelle che sono le nuove regole, ma ancora troppo poco chiare per avere un quadro specifico della situazione che sarà. Non basta essere ottimisti, ci sono di mezzo proprietari e dipendenti che si trovano a dover scegliere tra il rinunciare alla propria serenità e l’accontentare i tanti clienti che non vedono l’ora che riaprano i battenti dei loro posti preferiti. Alla serenità si rinuncia quando, in locali come l’Abetone di Sassari, le dimensioni non consentirebbero più di accogliere i tanti clienti e amici che in quel locale passavano le ore più belle ammirandone le serate musicali e i gustosi aperitivi.

L’Abetone di viale Italia è tra i locali più in voga di Sassari sia per il personale che garantisce sempre un ottimo servizio, sia per le particolari serate di musica che attirano giovani e adulti insieme. “La situazione che si è creata ci ha colpiti senza preavviso, ci ha spiazzati. Prima che entrasse in vigore il primo decreto abbiamo chiuso, proprio perché il modello da seguire non era quello tipico dell’Abetone. Gestire le distanze sarebbe stato difficile così su due piedi. Siamo organizzatori di molti eventi che ora non si possono più fare, abbiamo un modo di lavorare particolare e chi ci conosce bene lo sa, ecco perché abbiamo deciso di non riaprire subito – spiega Gippo Pocobelli, uno dei proprietari dell’Abetone -. Molti del settore non riapriranno e c’è disperazione generale. Abbiamo deciso di riaprire con calma, per prepararci al meglio e studiare la situazione nei minimi dettagli. Prima che succedesse tutto questo avevamo già in mente un progetto, abbiamo iniziato a lavorarci, ma siamo stati bloccati sul più bello, sulla realizzazione”.

Questo progetto è parallelo all’Abetone ed è in essere: si tratterebbe di riaprire in una zona balneare con spazi ampi all’aperto, nella speranza di poterci passare l’estate. “Torneremo, saremo presenti per clienti ed amici che ci aspettano con grande affetto, ma lo faremo dopo aver studiato bene ogni cosa. Vorrei anche aggiungere una cosa importante: spesso ci dimentichiamo in fretta di seguire determinate regole, mi auguro che rimanga il rispetto per le aree e per l’ambiente, non perdiamo la memoria troppo in fretta”, conclude Gippo.

Altra realtà molto conosciuta tra i locali di Sassari è rappresentata dal ristorante e pizzeria Speed Date a Predda Niedda. Per un locale abituato a 400 coperti al giorno, passare a soli 35 è stato come un fulmine a ciel sereno e dover chiudere è stato un colpo ancora più duro. “Un momento surreale, tant’è che inizialmente si pensava alla classica influenza che non avrebbe tardato a passare. Quando tutto è precipitato nel giro di pochissimo tempo ne abbiamo immediatamente subito le conseguenze – ci racconta Daniele Piseddu, uno dei soci del locale -. Da poco sono tornato al locale e vedere i quotidiani di due mesi prima, quelli del giorno di chiusura, mi ha fatto uno strano effetto. Per un’attività come la nostra è stato un disastro. Abbiamo 40 dipendenti e abbiamo vissuto con molta preoccupazione anche per loro. Adesso ripartiremo: abbiamo riposizionato i tavoli, sanificato il locale e ci stiamo attivando seguendo le linee guida, seppur poco chiare, stiamo facendo del nostro meglio per rilanciarci”.

Nel Cafè Set si mangia, si balla, ci si diverte in compagnia e si arriva fino a tarda serata. Negli anni il progetto si è ampliata e dal primo locale di via Roma ne sono nati altri due: il Cafè Set Academy, punto di ritrovo principalmente tra studenti, e il Cafè Set Beach, sulla spiaggia di Platamona. “Per riorganizzare la riapertura ci siamo basati sulle prime restrizioni che sono state comunicate, quindi molto più severe rispetto alle ultime – afferma Marco Corda, titolare dei locali -. Ci è mancata tanto la routine, quel lavorare con passione che penso sia poi una caratteristica comune a tanti che fanno questo lavoro. Non abbiamo ancora ricevuto gli aiuti promessi, le normative sulla riapertura non sono ancora chiare, ma noi abbiamo seguito al meglio le linee guida per rilanciare i locali nel rispetto delle regole”.



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