A scuola fino a fine giugno, da Sassari alla Gallura vince lo scetticismo

Il parere sulla proposta avanzata dal premier incaricato Draghi.

L’idea di allungare l’anno scolastico fino al 30 giugno per recuperare le ore di lezione sottratte dalla didattica a distanza lascia perplessi i presidi e anche il sindacato. Per una serie di motivi ad iniziare proprio, però, dalla base della proposta del premier incaricato Mario Draghi e cioè le eventuali defaillance della scuola a distanza.

“Il rapporto con l’alunno è sempre stato presente – ha confermato Gian Mario Pittorru, vicepreside del Liceo Classico Azuni -. Le ore di lezione previste sono state garantite a tutti. Quello che si dovrà recuperare e che è venuto a mancare è uno degli elementi più importanti che caratterizza una scuola, ovvero la socializzazione“.

In DaD ad averne risentito è stata la produzione scritta e per un liceo classico come l’Azuni la traduzione delle versioni. “Diverso è tradurre a casa rispetto che farlo in aula – ha concluso il vicepreside -. Chi pagherà di più questa conseguenza sono gli alunni del primo anno, che potrebbero trascinarsi alcune lacune nei prossimi anni difficilmente recuperabili”.

Il problema riguarderà anche le tempistiche e l’organizzazione di ogni scuola, come confermato anche dalla dirigente dell’istituto Alberghiero, Antonietta Piras. “Quei 20 giorni che si pensa di aggiungere sono giorni per noi di grande lavoro e impegni – ha spiegato -. I docenti si preparano per gli esami, ci sono da fare gli scrutini”.

Ma c’è anche una questione contrattuale. “Andrebbero prolungati i contratti del personale ATA del cosiddetto “organico Covid”, che hanno il contratto fino al 12 giugno, i contratti dei docenti. Chi li paga?”, la domanda di Piras. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il sindacato. “È assurdo e preoccupante se si dovesse realizzare davvero il prolungamento del calendario – ha esordito Francesca Sardo segretaria della Cgil Scuola per la Gallura -. Innanzitutto, le scuole, specie in Sardegna, non sono nemmeno attrezzate strutturalmente per accogliere le lezioni in piena estate. Poi cosa cambierebbe allungare di due settimane in più?”.

Non meno importante il tema delle stabilizzazioni. “Il nuovo governo dovrebbe prendere coscienza che la scuola ripartirà solo se si stabilizzano i precari – ha affermato la sindacalista -, così si possono pianificare anche dei programmi per il recupero delle materie. Non è la soluzione giusta allungare il calendario scolastico, danneggiando anche economia e turismo, ma anche gli stessi studenti che vanno a fare la stagione a partire da giugno”.

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