Conto alla rovescia per la riapertura delle scuole a Sassari, ma restano ancora alcuni nodi irrisolti

La riapertura delle scuole a Sassari.

Manutenzione degli edifici scolastici, numero di aule, assistenza e percorsi per gli alunni con difficoltà e le problematiche legate al personale in servizio. Oltre alla richiesta di chiarimenti sul versante sanitario e l’opportunità di svolgere test diagnostici per tutto il personale del sistema scolastico, come anche lo stato dell’arte sulla consegna dei banchi, DPI e gel per il personale e studenti.

Tutte tematiche portate alla luce, questo pomeriggio, dal Partito democratico attraverso un’interrogazione in Consiglio comunale, in cui chiede delucidazioni all’amministrazione, a pochi giorni dalla ripresa delle attività scolastiche, in particolare per quanto riguarda le attività nei nidi e trasporto studenti.

“Apprendiamo dal personale docente di situazioni di difficoltà, segnalate in realtà già da tempo, e per cui ad oggi non si hanno riscontri in diversi plessi scolastici della città che potrebbero pregiudicare l’inizio e il regolare svolgimento delle attività scolastiche”, hanno denunciato i consiglieri di opposizione Carla Fundoni, Giuseppe Masala, Fabio Pinna e Giuseppe Mascia.

L’assessore alla Cultura Rosanna Arru ha replicato: “Stiamo facendo il possibile. Abbiamo convocato una prima Conferenza di servizio dei dirigenti scolastici a maggio per scambiarci le impressioni. Successivamente, ho chiesto lo stato delle scuole. Seguirono altre Conferenze di servizio, concordando sulla necessità di manutenzioni leggere e necessità di spazi“.

Sugli alunni in difficoltà l’assessore ai Servizi Sociali Antonello Sassu ha assicurato che “per quanto riguarda l’assistenza specialistica non siamo impreparati”. “Stiamo lavorando affinché gli studenti con disabilità possano frequentare le lezioni o, nella peggiore delle ipotesi, attraverso la didattica a distanza“, ha aggiunto.

Il sindaco Nanni Campus è intervenuto, invece, sul tema delle prevenzione. “Abbiamo dato la nostra disponibilità per effettuare i test sierologici. Abbiamo impegnato la Protezione civile così da poter aiutare i medici di base che lavoreranno in strutture idonee. Remiamo nella stessa direzione”, ha concluso.

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