Piano di Natale e l’allarme del mondo scientifico sul rischio della terza ondata

Il rischio della terza ondata dopo Natale.

Le aperture del governo circa l’allentamento delle restrizioni per il contenimento del coronavirus nelle regioni con Rt sotto l’indice 1, potrebbero interessare anche la Sardegna. La data sarebbe quella del 4 dicembre, in concomitanza con lo scadere dell’ultimo Dpcm, ma la disponibilità sembra non piacere ad alcuni scienziati che hanno lanciato l’allarme su una possibile terza ondata di contagi da Covid-19.

A farsi portavoce della preoccupazione del mondo scientifico è stato l’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. “Se qualcuno pensa che a Natale saremo tutti liberi dal Covid-19, sbaglia. Dovremo essere pronti a una terza ondata per febbraio e marzo”, ha affermato ai microfoni di Radio 105.

Pensiero condiviso anche dal dottor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale di malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma. “Prima di tutto dobbiamo ancora capire se si sta raffreddando la seconda ondata di Covid-19. Ma a gennaio dovremo comunque fare attenzione alla terza. Successe anche con la Spagnola, le ondate furono tre. E dobbiamo evitare a Natale e a Capodanno di commettere gli stessi errori dell’estate”, ha riferito il medico all’AdnKronos.

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Pensieri autorevoli che rimarcano la necessità di una maggiore prevenzione così da scongiurare il rischio di un’ondata che rischierebbe di portare al collasso il sistema sanitario. Più volte, infatti, il Comitato Tecnico Scientifico ha invitato ad evitare un rilassamento delle abitudini come avvenuto durante l’estate.

La regola principale resta quella del distanziamento sociale. Un atteggiamento che pare contrastare con le festività natalizie dove, per tradizione, i familiari si riuniscono in grandi pranzi con numerosi parenti. Distanza che, se possibile, devi attuarsi con una riduzione della mobilità e spostamento tra regioni. Un ammonimento utile soprattutto alla luce dei dati, visto che la semplice riduzione del 10% dei passeggeri sull’autobus diminuisce del 40-50% il rischio dei contagi. Così si potrà sperare di avere un Natale non normale, ma almeno in condizioni di sicurezza.

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