Quelle vittime dimenticate della tragedia di via Cesare Battisti a Sassari

Le vittime dimenticate di via Battisti.

Ci sono momenti nella vita che rimarranno impressi nella nostra mente, nonostante il passare del tempo. Nella mente di Marcella Piras, vice presidente dell’associazione “Sassari si muove”, quel momento ha una precisa collocazione spazio temporale: Sassari, il giorno 17 del 1979.

“Era una bella serata di maggio – racconta la Marcella -. Le vie attorno al Corso Vittorio Emanuele e Piazza Azuni brulicavano di gente. Quel giorno, ricordo che mi trovavo presso l’attività gestita da mia suocera. Ad un tratto un forte boato, le mura che iniziarono a tremare, mentre la gente correva, presa dal panico”.

Racconta Marcella, con la lucidità di chi non vuole e non può dimenticare. “Quelli erano gli anni delle Brigate Rosse e non si poteva abbassare la guardia. Ad un tratto le urla dei feriti, strazianti. Subito dopo la notizia che non avremmo mai voluto apprendere – prosegue nel suo racconto drammatico -. Si seppe che il tabacchino di famiglia dell’amico Carlo Visnovitz, in via Cesare Battisti, era esploso. Sotto le macerie vennero ritrovati i corpi senza vita di 4 persone, tra cui 2 ragazze, e 44 feriti”.

A Sassari in quel periodo il gas di città era da tempo in disuso. Dalle indagini si scoprì che a provocare l’immensa tragedia furono delle bolle di gas, formatesi nel sottosuolo. “È arrivato il momento – conclude Marcella – di onorare queste povere vittime, con una targa in loro memoria, da affiggere proprio in via Cesare Battisti, che è stata teatro di una così immane tragedia. Lo chiedono i cittadini, la nostra amministrazione ci deve ascoltare. Anche se sono passati 41 anni”.

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